Il Sindaco Concina festeggia in questi giorni il suo primo compleanno di notorietà locale; fino a marzo dello scorso anno nessuno lo conosceva in Città. “Conci chi?” scrisse un tal Savonarola, anonimo commentatore, non appena fu data la notizia dalla stampa.
Comprensibile, anche perché i motori di ricerca non davano di lui che pochissime notizie: pianista a Cortina sul sito degli amici della perla delle Dolomiti, “pattugliatore di salotti in” su un blog degli ex alunni della Nunziatella e una foto su Dagospia. Null’altro. Che so, impegni politici, nel volontariato. Per dire, qualcosa di sociale. Nulla.
Diventato Sindaco la notorietà è aumentata e anche le sue uscite pubbliche. Un fiume di interviste, comunicati stampa, dichiarazioni, su giornali locali nonché timidi tentativi su network nazionali.
Così, di giorno in giorno, il Sindaco Concina si è rivelato. Grande comunicatore, fu detto in campagna elettorale. È vero, non abbiamo mai avuto nella storia della Città un così grande comunicatore (quanto poi se ne sentisse l’esigenza è un’altra storia). Basterebbe controllare le news sul sito del Comune per rendersi conto quanto egli abbia scritto, parlato, dichiarato. È un esercizio interessante che consente di tracciare anche il profilo del personaggio.
“Invito a fare attenzione su come si usano le parole” disse l’8 gennaio scorso, durante il Consiglio comunale che gli bocciò il Patto con Roma, e non perché i consiglieri fossero contrari all’idea ma semplicemente perché era scritto male e privo di senso, tanto è vero che fu riscritto dal PD salvandone i contenuti essenziali e fu approvato all’unanimità. “Sciocco tentativo di alimentare sciocche polemiche” dice oggi il Sindaco Concina. Non è proprio una bella frase, sicuramente non in bocca ad un uomo delle istituzioni, certamente non contro i giornalisti che fanno il loro mestiere. “Le parole sono importanti” disse Nanni Moretti nel film Palombella Rossa; “chi parla male, pensa male e vive male”.
Ma al Sindaco Concina il Consiglio comunale non fu sufficiente, perché scarsamente seguito dalla collettività. Il vero comunicatore deve parlare urbi et orbi, per questo ancora adirato per la bocciatura del patto il Sindaco Concina convocò il giorno seguente una conferenza stampa e disse, tra l’altro: si trattava di “un protocollo d’intesa da sviluppare ed elaborare pariteticamente e alla luce del sole. Ma forse il concetto ‘alla luce del sole’ sfugge ad altri interlocutori”. Disse proprio così (comunicato stampa 019/10, Comune di Orvieto), mentre oggi parla di una non ben definita riservatezza: da parte chi poi, su cosa e perché? Ce lo dica lei, Sindaco Concina, qual è il concetto “alla luce del sole”. Oppure dobbiamo attendere un decreto interpretativo della Giunta?
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