venerdì 7 maggio 2010
Michele Mezza: Londra: la Tv grande sorella, ma inutile consigliera
I risultati delle elezioni in inghilterra parlano all'Italia.Si conferma la crisi storica dell'idea socialdemocratica di correggere il capitalismo con un incremento di giustizia sociale basata sul lavoro.Ma al tempo stesso la crisi economica porta l'intero comparto dei dipedenti a serrare le fila e Gordon Brown perde meno del previsto. Ma il dato più interessante è forse quello del mancato boom dei libelraldemocratici. Nick Clegg, sulla base delle sue performances televisive, era diventato il fenomeno del momento. Grazie alla sua appariscenza, addirittura eminenti politologi avevano modificato le più affermnate analisi politiche: centralità del terzo polo, le borghesie metropolitane come ceto trainante ecc. In Italia, i soliti vedovi della politica - politica, surrogata con gli indici di ascolto di Santoro, si erano già preparati convegni in serie, sul tema: la TV cambia la democrazia. I dati reali, come al solito, smentiscono gli improvvisatori, e anche i furbi. Nick Clegg rimane quello che era: "nu' bellu guaglione", avrebbe detto Romano Prodi. La Televisione non sostituisce la politica, e tanto meno stravolge la democrazia, sopratutto oggi. Le performance televisive fanno arrotondare le percentuali di voto, ma non le creano. Impongono un personaggio, ma non proteggono. La Tv è una scorciatoia, gigantesca, ma devi sapere dove andare e come. Questo potrebbe aiutare a far piazza pulita delle solite illusioni: abbiamo perso perchè non sappiamo comunicare, quello ha vinto perchè ha la Tv, dobbiamo trovare uno che buca lo schermo.Dietro a queste bubbole corriamo da 20 anni. Esattamente da quando pigliamo schiaffoni a josa. Dall'Inghilterra ci arriva l'ennesima lezione: la Tv vende al meglio quello che c'è, quello che non c'è non regge. tanto più oggi che la Tv è sempre meno centrale, sempre più una parte del sistema mediatico, e i cittadoini hanno infinite occasioni di accorciare le distanze con la politica. sarebbe bene ricordarlo, quando sulla base di una battuta in televisione, o , peggio, di una battutaccia, ci sentiamo in ripresa, deduciamo che il ciclo negativo è cambiato, che ci stiamo scegliando. La tentazione è tipica di chi vuole identificare nella scorciatoia il motivo del viaggio. Mi rendo conto che è più facile, ma è improduttivo. La cosa che colpisce poi, ma neanche tanto, è come proiprio a sinistra, si sia introiettata questa cultura, dell'apparenza, abbondonando l'unico lascito del passato che vale ancora oro: la cultura della lettura dei processi sociali. Vedere che al Manifesto si nomina un direttore, assolutamente capace e preparato intendiamoci, sulla base delle sua televisionabilità, vedere che nel gruppo dirigente del PD si continua a misurare la capacità di direzione con le comparsate in Tv, vedere che il botta e risposta televisivo è considerato l'unico terreno per affermare un'idea alternativa, rende davvero tristi e pessimisti. Sarebbe bene ricordare, per capire come la Tv a volte sia solo una trappola, il detto di Wiston Churchil: "poche persone possono improgliare tante persone per qualche tempo, molte persone possono imbrogliare poche persone per più tempo.Ma Mai tante persone si faranno imbrogliare da poche per molto tempo". Chiediamoci allora perchè in Italia le poche persone che sappiamo da 15 anni riescono a imbrogliare il paese: o siamo l'eccezione alla regola, e la Tv decide tutto, o siamo la regola, e quando si è in due, uno vince perchè l'altro non riesce che a perdere
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