domenica 10 gennaio 2010

Basta con i giochetti e gli “effetti speciali” - Documento PD Orvieto





DOCUMENTO UNIONE COMUNALE PD ORVIETO
DELL’8 GENNAIO 2010


Negli Stati Uniti ed in larga parte dell’Europa ci sono governi che stanno affrontando grandi questioni che riguardano il futuro del pianeta, i diritti sociali, la ripresa economica e l’occupazione, in Italia l’agenda del nostro Governo è dettata dalle vicende giudiziarie del premier e dalle rivendicazioni della Lega. Sta a noi, al PD ed al centrosinistra imporre l’attenzione sulle priorità che vanno nell’interesse dei cittadini in generale, a partire dalla disoccupazione, soprattutto giovanile e dalla scuola, dallo scarico fiscale sul lavoro e sulle imprese, sul sostegno alle famiglie sempre più esposte agli effetti negativi di una lunga crisi che è tutt’altro che finita.
Effetti negativi fortemente presenti anche sul nostro territorio con la crisi di aziende ed interi settori produttivi, come nel caso del tessile-abbigliamento, con la perdita di centinaia di posti di lavoro.
Un territorio, quello di Orvieto, ancora più penalizzato da un governo del Comune del centrodestra non all’altezza dei problemi, delle sfide e delle opportunità su cui incentrare una azione forte e ampiamente coinvolgente del quadro politico locale, oltreché quello economico e sociale.
E’ ora di andare oltre con le lagnanze sul dissesto finanziario ereditato, le cui cause sono molteplici, a partire dalle politiche nazionali operate dal centrodestra di tagli pesanti ai trasferimenti di risorse ai Comuni, a fronte della nostra determinazione a mantenere alto il livello di qualità dei servizi e gli investimenti rivolti alla cultura ed alle infrastrutture.
Basta con i giochetti e gli “effetti speciali”, se questo Sindaco e la Sua Giunta hanno idee concrete per affrontare le varie questioni lo dicano con chiarezza e rispettino la volontà degli elettori che, riconoscendo comunque la maggioranza consiliare al centrosinistra, hanno chiesto sostanzialmente una larga unità di azione nell’interesse della città e non dell’una o dell’altra forza o schieramento politico.
Lo abbiamo affermato da tempo: non siamo pregiudizialmente contro questa amministrazione, come dimostrato in questi mesi votando prevalentemente a favore o astenendoci sulle deliberazioni portate in Consiglio Comunale, ma chiediamo un coinvolgimento reale e preventivo sulle scelte, come anche ribadito da tutto il centrosinistra nell’ultimo Consiglio Comunale sul punto relativo al Protocollo di Intesa con il Comune di Roma.
Nulla in contrario, anzi, abbiamo rilanciato l’idea del Patto con Roma in un quadro più ampio che guarda al ruolo ed alla funzione di questo territorio in un’area più vasta, interprovinciale ed interregionale, con tutto ciò che di positivo da ciò può venire ad Orvieto ed al Comprensorio ma, al contempo, abbiamo rivendicato la tutela dell’autonomia e la chiarezza dei patti che si vanno a sottoscrivere, tanto più là dove si parla di questioni urbanistiche e di produzioni energetiche da fonti rinnovabili.
Abbiamo chiesto cioè più chiarezza e più partecipazione delle forze politiche e non solo, su temi fondamentali per la nostra città, riconoscendoci pienamente nella validità dello strumento del patto proposto, che sta dentro un’idea di sinergia con le aree limitrofe da sempre perseguita dai governi locali del centrosinistra.
Perché allora l’irrigidimento e la chiusura del Sindaco della Giunta e dei consiglieri comunali di loro riferimento? Perché il blocco successivo, quasi a ritorsione dopo la bocciatura del Patto così presentato da parte del centrosinistra, delle pratiche urbanistiche presentate dagli stessi amministratori del centrodestra? Qualcuno forse dovrà spiegarlo a noi ma, soprattutto, ai cittadini.

Siamo alla vigilia di una importante consultazione elettorale regionale su cui si gioca molto del futuro della nostra città e del comprensorio Orvietano. E’ una occasione importante non tanto e non solo per la possibilità di riconquistare una presenza in Consiglio Regionale, su cui il PD metterà il massimo dell’impegno, ma anche per la ridefinizione di una strategia territoriale nel contesto regionale che, per quanto ci riguarda, non può essere e non sarà di mero rivendicazionismo ma di rilancio orgoglioso, in termini di iniziativa e di progettualità, di una città e di un territorio umbro che vuole essere cerniera con aree e città limitrofe: dall’alto Lazio alla bassa Toscana, da Roma a Firenze.
E’ solo su questo terreno che può esserci un recupero di credibilità ed autorevolezza del nostro territorio puntando su alcuni aspetti fondamentali che ne determinino le basi e che non possono non vedere la convergenza ampia delle forze politiche e più in generale della società orvietana: autonomia territoriale ma anche risanamento e stabilizzazione del bilancio comunale di Orvieto.

Su questi due aspetti, senza ambiguità e nella massima chiarezza, ribadiamo la nostra disponibilità alla convergenza con questo Sindaco e con le forze politiche al governo della città ma dentro un percorso partecipato e condiviso su scelte fondamentali per l’oggi e per il futuro.
Sul bilancio comunale, come sulla riproposizione in Consiglio del Patto con Roma, sta al Sindaco scegliere: giocare ancora d’astuzia mettendoci di fronte al prendere o lasciare, disponibile al massimo a togliere o cambiare qualche parola, magari sperando in qualche assente o qualche divisione nel fronte avverso, o mettersi intorno ad un tavolo e compiere le scelte migliori nell’interesse generale della collettività amministrata.

E’ già stato attivato un confronto con le altre forze del centrosinistra con le quali è nostra intenzione giungere rapidamente ad un accordo per la massima unità possibile intorno alle tematiche su esposte.

Con questa riunione del Coordinamento Comunale di Orvieto definiamo un assetto organizzativo provvisorio, da qui ai congressi di circolo e comunali della prossima primavera, per la ripresa di una forte e diffusa iniziativa politica che sarà messa in atto già a partire dai prossimi giorni.



Il documento e l’assetto organizzativo sono stati approvati all’unanimità

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