domenica 10 gennaio 2010

ALTRA CITTA’ : Lettera aperta al Sindaco di Orvieto

La mancata approvazione del protocollo d’intesa con il comune di Roma costituisce
una sconfitta per Concina e per la sufficienza con cui ha gestito
argomenti scottanti pensando di approfittare del clima natalizio.
Il suo veemente intervento in Consiglio Comunale, seppur comprensibile, ha
denotato una caduta di stile anche per l’attacco portato agli organi
istituzionali, come la Conferenza dei Capi Gruppo Consiliari e per l’
atteggiamento sprezzante nei confronti di alcuni Consiglieri.
E’ inoltre ancor più grave aver deciso di non affrontare le pratiche
urbanistiche iscritte all’ordine del giorno, evidenziando così la
inaccettabile correlazione tra l’accordo con la capitale e la ulteriore
espansione urbanistica di Orvieto che dovrebbe riguardare circa 7
ettari ed oltre 40.000 mc.,pari a 13.300 mq. di nuovo costruito, posti
a monte di Ciconia in direzione di San Giorgio.
La ennesima “villettopoli” posta a base dello sviluppo della Città è una scelta
strategicamente stupida, antiquata e perfettamente confliggente con le
esigenze di riqualificazione dei centri storici e dei quartieri
dormitorio posti nelle periferie, peraltro decisa in un momento di
crisi del settore edilizio ed immobiliare e di altri interventi di
carattere abitativo già autorizzati (non senza le nostre vibranti
proteste).
Spieghi a questo punto il Sindaco ai Cittadini orvietani
perché ha inteso “inquinare” la discussione su possibili intese con
Roma, a cui guardiamo con interesse, con la variante generale al PRG.o,
che avrebbe sbloccato la nuova lottizzazione di San Giorgio e perché ha
ritirato le pratiche urbanistiche dopo la bocciatura del protocollo con
il comune di Roma.
In tutto questo non vediamo innovazione, ma perfetta
continuità con metodi e scelte sbagliate del passato, per di più velato
dall’ipocrisia di chi pensa di autoassolversi dichiarandosi contrario a
speculazioni edilizie e colate di cemento.
Lo invitiamo infine a leggersi articoli e pubblicazioni dell’architetto Pier Luigi
Cervellati, docente di riqualificazione urbana a Venezia, che da una
parte critica lo svuotamento dei centri storici e l’omologazione degli
spazi abitativi, lo “sprawl” edilizio (espansione a macchia d’olio
delle periferie prive d’identità), la “non città” formata da
“villettopoli”, mentre dall’altra auspica di non fondare "nuove città",
bensì di risanare e curare ciò che è stato tumultuosamente costruito,
imparando l'arte, tutta artigianale, del restauro e della manutenzione
urbana e paesaggistica.
Per ridisegnare il territorio da oggi al 2015 –
ha affermato recentemente il noto urbanista italiano – dobbiamo
invertire la marcia rispetto quanto si è visto negli ultimi quindici
anni, prendendo l'Alto Adige come modello. Risparmio energetico,
rispetto dell'ambiente e riqualificazione ambientale hanno anche creato
nuova economia. In Germania dicono che la città che cala nella sua
estensione ha futuro: hanno ragione. Ciò significa – conclude
Cervellati – che è necessario ripensare le città partendo da progetti
di rigenerazione, come sta facendo la Germania nelle zone della ex Ddr
o Londra lungo il Tamigi.
Signor Sindaco voglia gradire un nostro
omaggio che Le consegneremo quanto prima: il libro di Cervellati L'arte
di curare la città, sperando che vi trovi validi spunti per evitare
scempi urbanistici.
Distintamente
Orvieto, 10 gennaio 2010
Il
Portavoce

Mauro Corba

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