lunedì 22 giugno 2009

Il CENTROSINISTRA perde Orvieto, con il contributo determinante del sig. MOCIO

Il ballottaggio per la carica di sindaco di Orvieto si è risolto a favore del candidato di centro destra Toni Concina che ha vinto nettamente su Loriana Stella.
Non è la prima volta che un candidato di centro sinistra manca per una manciata di voti la vittoria al primo turno e poi perde nettamenete al ballottaggio. Il calo di votanti ( dal 81% al 76%) non ha impedito a Concina di guadagnare oltre 1000 voti metre Loriana Stella ne ha persi altrettanti.

La gioisa macchina da guerra costruira dalla candidata del Centro Sinistra alle primarie si è infranta contro un nuovo patto che si è stabilito tra settori fondamentali della città che hanno punito le eterne divisioni della sinistra e del PD e hanno scommesso sul "piccolo miracolo orvietano".

Presto gli orvietani si renderanno conto che la medicina è peggiore del male. I problemi di Orvieto non sono divagazioni da salotto. Si tratta di fare in modo che questa parentesi duri il meno possibile e soprattutto faccia meno danni possibili.

Si apre ora una stagione difficile per il centro sinistra e soprattutto per il PD. Pesa infatti come un macigno l'atteggiamento politico del sindaco uscente Mocio e della sua componente che non ha mai accettato l'esito delle primarie e ha lavorato per la sconfitta della Stella.

Al tempo stesso il risultato boccia definitivamente il gruppo dirigente storico del centro sinistra ed emerge con forza l'esigenza di un rinnovamento radicale.

E' questa la prova che attende i giovani dirigenti del PD ed i tanti ragazzi e ragazze che si sono avvicinati alla politica grazie alle primarie.

Se sapranno liberarsi dalle logiche di gruppo e si metteranno a discutere ed a lavorare sui problemi di Orvieto presto saranno i protagonisti della vita politica cittadina.

Vi riproponiamo il loro manifesto del 4 marzo 2007 che già aveva anunciato il futuro.


" Manifesto per una politica sostenibile
Orvieto 04 / 03 / 2007 - a futura memoria



I giovani sono una risorsa per tutti, per quei compagni che hanno fatto la storia di questo partito e che possono veder proseguito un lavoro di emancipazione, di liberazione del genere umano, di giustizia sociale, di eguaglianza. Ma oggi servono nuovi occhi per vedere nuove risorse e nuove opportunità. E anche nuovi problemi ch’attendono d’essere risolti.
Noi teniamo a questo partito. Per questa ragione, al di là delle scelte soggettive che ciascuno di noi esprimerà in sede di congresso, ci presentiamo uniti per affermare un nostro protagonismo che trova ispirazione nella proposta di un nuovo metodo caratterizzato da una idea della politica meno dirigista, più attenta espressioni della complessità e delle intelligenze capaci di relazioni feconde, in grado di imparare dagli errori, mobile nei gruppi dirigenti.
Un metodo per una politica “sostenibile” che viva di differenze e di prospettive diverse.Un metodo che considera la libertà, la democrazia, la giustizia sociale, le pari opportunità, la critica dei rapporti di dominio a fondamento del nostro agire politico.Un metodo che guarda alle primarie come ad uno dei paradigmi di una nuova politica aperta.Ecco quindi che presentiamo una prima selezione di parole chiave che vogliamo porre a guida della nostra esperienza politica.
PARTECIPAZIONE
Noi vogliamo reinventare la connessione tra partecipazione e rappresentanza. “L’attività costante della partecipazione garantisce, stimola e controlla la qualità della rappresentanza”. Il “cesarismo” nato dalla spuma del maggioritario deve essere temperato e agganciato ad un nuovo protagonismo delle intelligenze, competenze, passioni politiche distribuite nella società civile.Va quindi rovesciato lo schema secondo il quale si chiede il consenso su una decisione che matura in contesti poco permeabili ai contributi esterni e che, una volta adottata, non viene arricchita da una partecipazione capace anche di mutarne il segno.Chiediamo che la stessa decisione sia il portato di una libera e paritetica discussione: senza gerarchie date dai ruoli, dalle storie o dagli incarichi.Una politica aperta, dove tutti partecipano e dove tutti hanno accesso a quella base di informazioni che permette di far funzionare bene le proprie competenze e conoscenze.Bisogna attualizzare queste intelligenze e competenze aprendo il codice sorgente della politica.
CONOSCENZA
La politica è una forma interattiva di conoscenza. Deve pertanto cercare, con ostinata perseveranza, di attingere alle fonti più vitali per affinare la propria capacità di analisi della realtà. Un partito all’altezza dei tempi ha bisogno di una rete complessa fatta costituita dal gruppo dirigente, dagli iscritti, dai simpatizzanti e da tutti coloro che condividono le medesime idee e i medesimi valori. Una rete che valorizza le persone. Tutte.Un partito all’altezza dei tempi non può permettersi di dissipare un patrimonio di conoscenze, passioni e competenze che si trova appena là fuori e che attende di potersi vedere mobilitato in direzione di un fine condiviso. In questo schema tutti hanno valore perché depositari, possessori e creatori di sapere di cui noi abbiamo bisogno per capire, ascoltare, scuotere la società. Dobbiamo imparare a co-progettare il futuro assieme agli altri.
COMUNICAZIONE
La comunicazione non è un accessorio della politica ma la sua essenza. Senza una comunicazione efficiente il partito diventa sordo alle istanze della società; per converso, rispetto alla società il partito appare reticente o incomprensibile. Viviamo nella società della comunicazione e non possiamo ignorare le profonde trasformazioni indotte dai mezzi di comunicazione di massa e dalla rete internet. Questo aspetto non può più essere governato dalle buone volontà. A tal proposito, sarebbe auspicabile inaugurare in tempi brevi una specifica risorsa interna ai DS di Orvieto, composta in prevalenza da giovani, interamente dedicata al tema. Una sorta di “laboratorio” capace di osservare il contesto e di agire in sinergia con le espressioni del partito maggiormente orientate in questa direzione.
MOBILITÀ DELLE CLASSI DIRIGENTI
Una politica di sinistra deve mettere in discussione le inerzie che si vengono a creare all’interno delle classi dirigenti. Dobbiamo creare percorsi che, pur valorizzando le risorse più preziose non impediscano agli altri di fare esperienze. Dobbiamo “liberalizzare la politica” e scuotere le situazioni ingessate, i monopoli. Questo per il bene dei cittadini, dei simpatizzanti, degli iscritti, della classe dirigente.Noi vogliamo sostenere i percorsi di quanti, chiamati a ricoprire incarichi di dirigenti all’interno del partito, si impegnino sino in fondo in un’opera di ampia diffusione di informazioni e conoscenze. E questo per sollecitare un apprendimento consapevole del mondo e della politica e anche per stimolare contribuiti e nuove idee.Pertanto, noi lavoriamo per una nuova classe dirigente che non abbia il timore di creare la propria concorrenza.
IL POTERE DIFFUSO
L’eccessiva enfasi accordata al processo “decisionale” tende a porre in secondo piano l’evoluzione dialogica e dialettica attraverso la quale la stessa decisione matura. Noi vogliamo rivolgerci, invece, ad un approccio ispirato al metodo di valutazione della scienza, dove la critica non solo è benvenuta ma contribuisce in maniera fondante a quello che provvisoriamente può dirsi “verità”. Il potere deve essere distribuito nella rete delle persone e della politica. Concentrato altrove diventa insostenibile e privo di referenti reali. Una politica che sappia raccogliere la sfida della post-democrazia non teme il confronto con il diverso, con l’altro, l’irriducibile . Si nutre di diversità e di un esercizio di un potere fermo, autorevole ma anche capace di lasciarsi fecondare dall’incontro imprevisto.
L’ASSE RICERCA & SVILUPPO NELLA POLITICA
Il partito deve acquistare una nuova centralità attraverso il sapere e la conoscenza. Troppo spesso si chiedono atti di fede anziché proposte e idee vagliate da una feconda partecipazione. Il nostro partito sarà capace di futuro se comincerà ad investire sulla conoscenza.È ora di dotarsi di un vero e proprio centro di “ricerca e sviluppo” che si metta in ascolto delle forze più vitali della società e sia capace di studiare soluzioni, produrre ipotesi, immaginare futuri. Bisogna distribuire i saperi, rendere le persone in grado di leggere e interpretare i processi della realtà.
MORALE
Cos’è la morale? Secondo noi è questa. “ Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”. Quando facciamo politica, pensiamo a questa massima.[Riallineare le cose che facciamo con i valori che professiamo]
MECCANISMI DI RIDISTRIBUZIONE DEL SAPERE
Un partito immobile non consente una libera circolazione delle informazioni. Blocca il flusso delle conoscenze. Ai militanti allora si chiedono, lo ribadiamo, troppo spesso atti di fede a prescindere dalla discussione razionale e informata.Ebbene, questo atteggiamento va bene per il clerici, non per un partito moderno, democratico e di sinistra.Ai compagni che occupano posizioni di prestigio e importanti, corre l’obbligo di diventare pedagoghi, di distribuire esperienza sotto forma di informazioni argomentate e di metodo. È necessario mettere in discussione la privatizzazione di esperienze che non tornano mai in basso, verso la base.
PERMEABILITÀ
Dobbiamo diventare permeabili, anche a costo di qualche incoerenza. Dobbiamo tornare a parlare con le forze vive della società civile, anche se queste talora si creano qualche dissidio. Abbiamo smesso di vantare una qualche speciale verità. Dobbiamo però rivendicare il nostro essere “sensori” del nuovo che emerge dalla società. Noi vogliamo costruire un progetto di città a partire dai cittadini, dai lavoratori, dalle istanze più innovatrici. "

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