giovedì 5 novembre 2009

IL PORTO DELLE NEBBIE DELLA CASERMA PIAVE

Il Gattopardo si è insediato saldamente nella foresta dell'Amministrazione Comunale orvietana, allietato dalla musica frizzante del “pattugliatore di salotti in”.

Gli orvietani dovranno rassegnarsi, niente “GRANDE CAMBIAMENTO”. Solo un po’ di nomine per gratificare gli amici romani, magari con la villa in collina e con un occhio di riguardo a chi ha portato acqua per la vittoria pur proclamandosi avversario.

I proclami di guerra sui buchi di bilancio e nefandezze varie, denunciate per anni, si sono arenate sul voto si fiducia a favore del riequilibrio dell'ottobre scorso. Al tempo stesso su tutti i problemi aperti l'Amministrazione è arrivata fuori tempo massimo e con soluzioni pasticciate e approssimative.

Ma il bello deve ancora venire e riguarda il futuro della caserma Piave.

Questa estate per rispondere alle critiche del nostro blog il musicista aveva fatto sapere su un altro giornale che a Cortina, mentre faceva il mattatore con i big della politica, aveva avuto “una lunga colazione di lavoro con Cesare De Michelis” uno degli investitori, attraverso le Edizioni Marsilio, interessati al progetto della Piave.

La cosa ci ha un po’ sorpreso e abbiamo aspettato per settimane che uscisse una smentita o una precisazione del Sindaco e dell'Amministrazione.

Come sapete in Italia alcuni anni fa è stato messo in croce Piero Fassino per una telefonata avuta con Giovanni Consorte a commento dell'ormai avvenuta operazione BNL-UNIPOL.

Abbiamo pensato che se Fassino non poteva chiacchierare con un manager di fatti già avvenuti forse il Sindaco di Orvieto non poteva parlare con dei manager di fatti che dovevano ancora avvenire, per di più oggetto di una gara i cui contendenti dovrebbero essere segreti fino all'apertura.

Ma stranamente nessuno, tranne i capigruppo di PD e Sinistra e Libertà, ha obiettato niente.

Allora siamo andati a documentarci su questo manager interessato alla caserma Piave.

Ovviamente il nostro lavoro è artigianale e utilizza internet, che non è propriamente la bibbia. Comunque questo è quello che abbiamo trovato.

Sull'Espresso, in un articolo di Roberto Di Caro e Vittorio Malagutti dal titolo “VADO, FALLISCO E TORNO” che si occupava di falliti eccellenti dopo la caduta, ad un certo punto riferendosi a Giancarlo Parretti è scritto : “Al suo ex-socio Parretti (socio di Florio Fiorini) è andata anche meglio. In galera c'è entrato quattro volte, ma non c'è rimasto a lungo. Lo scorso anno si è inventato la Fondazione Walter Pierpaoli per le scienze della vita: vende un medicinale a base di melatonina, presentato come una sorta di elisir di lunga vita … Chi c'è nel consiglio della sua fondazione? Cesare De Michelis, cioè Marsilio Editore, fratello dell'ex ministro Gianni”.

Il 16 febbraio 2005 a Roma era stata costituita infatti la Fondazione denominata “VATERAI PIERPAOLI INSTITUTUM STUDIIS NATURAE AC HUMANAE VITAE PROVEHENDIS”. Tra i fondatori ci sono Giancarlo Parretti e Cesare De Michelis. La Fondazione ha sede in via dei Dolci n. 1 ad Orvieto.

In un articolo del Corriere della Sera del 15 ottobre 1996 dal titolo “TRENI IN CAMBIO DI FILM: LO STRANO AFFARE ALTA VELOCITA' METRO GOLDWIN MAYER” nel quale si parla del ruolo di Florio Fiorini, Bettino Craxi, Gianni De Michelis e Lorenzo Necci nella scalata alla Metro Goldwyn Mayer si dice che “Al vertice della holding di Parretti sedeva Cesare De Michelis, fratello del ministro.”

Sul Corriere della Sera del 28 ottobre 1992 Ivo Caizzi scrive un articolo dal titolo “I MISTERI DI FIORINI DALL’ENI FINO A HOLLYWOOD” dove viene ricostruita la carriera del finanziere arrivata al massimo splendore con la scalata alla Metro Goldwyn Mayer e poi la caduta sotto i colpi della magistratura. Nel ripercorrere la carriera di Fiorini dopo il 1982 Caizzi scrive: “Dopo un po’ di apnea, riemerse in Svizzera come manovratore dei miliardi della SASEA, un'antica holding quotata in Borsa, appartenuta fino al crac Ambrosiano proprio al Vaticano. Tra i suoi partner c'era Antonio Lefevre D'Ovidio, noto per il suo coinvolgimento nel caso Lockheed, famoso scandalo a base di tangenti politiche degli anni Settanta. In seguito arrivarono altri vecchi amici dell'ENI, dall'ex presidente Giorgio Mazzanti (dimessosi proprio per lo scandalo Eni Petromin, al dirigente Ivo Calcagni, a Hans Willi, discusso collaboratore per gli affari petroliferi in Nigeria. Una vera lavanderia”.

Su la Repubblica del 26 giugno 1990 in un articolo titolato “CONTRO PARRETTI NIENTE PROVE” Sergio Luciano aveva scritto: “Cesare De Michelis, un professore universitario, editore (controlla la Marsilio), ex assessore, ex consigliere della Biennale - a dispetto di questa gragnula di grane - anziché prendere le distanze da Parretti, ha negli ultimi mesi stretto i suoi rapporti con le sue società.”

Ovviamente la frammentarietà delle informazioni non permette di ricavare un'idea definita su chi sia Cesare De Michelis, cosa rappresenti e tanto meno cosa vuole fare.

Noi rimaniamo perciò al vecchio proverbio contadino “DIMMI CON CHI VAI E TI DIRO' CHI SEI”. E la compagnia ci sembra proprio ben assortita.

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