Aricolo di Roberto Nativi pubblicato su facebook il 30/6/09
Ma come è possibile che la Stella abbia perso??
Chi di voi passeggiando per Orvieto non si è sentito fare questa domanda, in alcuni casi erano degli irriducibili con le lacrime agli occhi, in altri erano “quelli che votano per Toni”, che ancora non ci credevano e non ci potevano credere.
Dalle primarie in poi abbiamo assistito a tutto quello che in 60 anni di storia nessuno poteva immaginare, l’implosione dall’interno del PD (ex PCI + ex DC), una resa dei conti che neanche, nei più bei film di Sergio Leone, si poteva immaginare…c’è solo un problema non ci sono stati sopravvissuti…salvo che Toni Concina, che simile alla particella di sodio della famosa acqua adesso si chiede…c’è nessuno ??….
Al di là dello scherzo, mi sono deciso a scrivere questo articolo perché mi sembra, che ancora non si è entrati in una ottica, di “Fermi tutti !!!”, ma anzi mi sembra che si stiano ancora affilando i coltelli, per le necessarie vendette…ma io mi chiedo necessarie a chi??
Bisogna ognuno prendersi una bella parte di Responsabilità, perché in questo caso davvero chi è senza peccato….
Dobbiamo ripartire INSIEME tornando a capire che i rispettivi personalismi devono lasciare spazio alla POLITICA, che ha le sue regole, e al Partito PD che però sia “democratico per davvero”, essendo espressione della gente che poi lo vota e non di singoli gruppi contrapposti.
Mai quanto adesso serve senso di responsabilità, e richiamo all’Unità. Ma attenzione
chi ha sbagliato deve prendersi le proprie responsabilità e lasciare spazio ad una nuova classe dirigente che venga vista come il futuro per la città, ma rinnovamento si, nuovismo a tutti i costi NO, qui non servono faccette pulite da mettere davanti per far si che tutto torni come prima. Il buon Tomasi di Lampedusa diceva infatti che “tutto va cambiato per far si che non cambi nulla”, ecco perché insieme al rinnovamento va affiancato l’esperienza di chi comunque in questi anni è stato nel Partito, senza dargli incarichi diretti, ma facente parte della squadra. Una squadra vincente infatti è la risultante tra un giusto Mix tra esperienza e novità.
Ma al di la dei buoni propositi dobbiamo renderci conto che:
A)chi dice che le Primarie non andavano fatte , sbaglia sapendo di sbagliare, perché sono previste dal nostro statuto PD.
B) chi dice che il Sindaco uscente andava ricandidato, per il secondo mandato in automatico, sbaglia perché non è obbligatorio, ne prassi farlo, faccio poi cortesemente notare che le primarie le ha perse regolarmente anche se di poco quindi se ci fossimo trovati davanti a tutti questi consensi
C) Chi dice che la Stella è vittima di un complotto, sbaglia altrettanto perché è vittima di errori politici e organizzativi, primo fra tutti sciogliere Orvieto Capace di Futuro fattore vero di novità che le aveva permesso di vincere le Primarie. In secondo non aver difeso fino in fondo la sua squadra (un gruppo di persone nuove e inesperte). … che è stata mandata al macero, non creando un ordine di scuderia, in questo di certo anche mal consigliata, c’è differenza infatti e si è vista tra essere guastatori (primarie)e dirigenti (elezioni)….
D) Criminale poi è chi con il più subdolo degli artifici, ha per vendetta personale, in barba ad ogni patto etico firmato, preferito consegnare Orvieto alla destra piuttosto che accettare un verdetto differente da quello che voleva perché questo non vuol dire far parte di un partito, ma vuol dire far parte di una cricca o peggio di una banda…ecco di queste persone non bisogna farne a meno. Per loro la partita è finita davvero….!!
Roberto Nativi
lunedì 29 giugno 2009
sabato 27 giugno 2009
La Mappa della sconfitta del Centrosinistra
Vi riproponiamo una cartina allegata all'articolo di Mario Roych su SETTEGIORNI IN UMBRIA il 26 giugno 2009. Le stesse cose le avevamo sostenute il 24 giugno su Orvietonews e perciò ve le riproponiamo.
"Un anno fa dopo le elezioni politiche il PD di Orvieto organizzò un seminario con il prof. SCHIRRU dell'Istituto Gramsci sullo spostamento a destra che si era manifestato alle elezioni politiche in tutta Europa negli ultimi anni.
Mostrò una cartina dell'Europa dove le aree dell'asse centrale dell'industria europea da Manchester all'Alsazia, alla Ruhr e giu' giu fino al nostro Lombardo Veneto, che prima erano rosse ( di sinistra) mano mano erano diventate blu (di destra). Se voi guardate la cartina dell'Umbria negli ultimi anni la parte centrale da Montefalco, Bastia, Bettona, Collazzone, Todi e ora Orvieto, dove scorre il Tevere, dove c'è piu' dinamismo economico e commerciale si è spostato a destra. Da qui devono partire i giovani PD che sanno cosa è l'economia, la società dell'informazione,la storia, la statistica, la sociologia, il marketing territoriale ( ecc.ecc) e indicare una nuova missione al centrosinistra per lo sviluppo compatibile in una società coesa."
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giovedì 25 giugno 2009
Idee per il Pd e per l'Italia : il 1 Luglio Incontro con BERSANI a Roma
Incontro con BERSANI-Teatro Ambra Jovinelli, Via Guglielmo Pepe 43/47 roma, Rome, Italy
Con i ballottaggi si è chiuso unappuntamento elettorale difficile. Bisogna riconoscere l’impegno e la mobilitazione senza risparmiodi centinaia di migliaia di militanti, candidati e dirigenti, segretario in testa. Abbiamo davvero combattuto e non sono mancate le buone prove, sia dove abbiamo vinto sia dove abbiamo perso. Nell’insieme non è stato un risultato buono per noi, ma non tanto cattivo daimpedirci di vedere che la destradeve ridimensionare le sue aspettative e che noi possiamo riprendere il cammino.
Riprendere il cammino significa innanzitutto riconoscere senza esitazioni che ci sono cose da correggere, alla luce dell’esperienza dei nostri primi ventimesi di vita. Abbiamo dunque bisogno di un confronto aperto e positivo; dobbiamo sottrarci ai personalismi ed alle semplificazioni che sembrano ormai una cosa sola con imeccanismi di comunicazione e chespesso ci prendono la mano.
Rimuovere i problemi non si può, se davvero crediamo nel nostro progetto; nemmeno possiamo ripiegarci sudi noi ed avvitarci in discussioni retrospettive! Dobbiamo parlare dell’Italia, di noi e dell’Italia; delle idee che abbiamo per ilnostro Paese e di come farle vivere in un rapporto reale con i territori e con i cittadini. Non ci sono scorciatoie né colpi di comunicazione risolutivi.
C’è un duro lavoro da fare per costruire unradicamento popolare del nostro partito e rispondere così a una destra che quando vince, vince nel popolo. C’è un lavoro da fare per collegarci alle forze produttivedel paese, lavoratori e imprenditori, nel pieno di una crisi che ridefinirà anche il loro rapporto con la politica. C’è un lavoro da fare per convincere l’Italia aguardarsi con gli occhi delle nuove generazioni e costruire così nel senso comune una idea di futuro.
Di tutto questo dobbiamo discutere, e in nome di questo, dobbiamo discutere anche di noi, cioè della nostra effettiva capacità di essere utili ad una Italia migliore. Per essere utili, dobbiamo costruire la nostra identità e renderla percepibile. Per essere utili non possiamo essere soli, ma dobbiamo impegnarci a costruire un campodi forze capace di indicare una nuova prospettiva politica. Per essere utili dobbiamo avere un partito che funzioni, che operi attraverso una partecipazione vera e produca il rinnovamento traendolo dallarealtà del territorio.
La direzione del Pd determinerà tempi e modi del nostro congresso. Come hogià detto da tempo, ho intenzione di contribuire ad una vera discussione politica impegnandomi anchecon una mia candidatura; una candidatura che non si rivolge contro nessuno e che vivrà in piena solidarietà con tutti gli amici e tutti i compagni del PD, comunque la pensino; ma che non rinuncerà alla chiarezza delle posizioni politiche.
Quel che penso intendo rivolgerlo in primo luogo alla nuova generazione che è già in campo. Non credo che dobbiamo inventarci una nuova generazione, né evocarlaper simboli. Credo che ci sia già, nel lavoro, nelle professioni, nelle amministrazioni, nel partito. Con questi giovani che sono giàin campo farò il mio primo intervento pubblico il 1 luglio a Roma.Parlerò di politica e presenterò le mie idee.
Pierluigi Bersani
http://www.facebook.com/event.php?eid=94259692292
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lunedì 22 giugno 2009
Il CENTROSINISTRA perde Orvieto, con il contributo determinante del sig. MOCIO
Il ballottaggio per la carica di sindaco di Orvieto si è risolto a favore del candidato di centro destra Toni Concina che ha vinto nettamente su Loriana Stella.
Non è la prima volta che un candidato di centro sinistra manca per una manciata di voti la vittoria al primo turno e poi perde nettamenete al ballottaggio. Il calo di votanti ( dal 81% al 76%) non ha impedito a Concina di guadagnare oltre 1000 voti metre Loriana Stella ne ha persi altrettanti.
La gioisa macchina da guerra costruira dalla candidata del Centro Sinistra alle primarie si è infranta contro un nuovo patto che si è stabilito tra settori fondamentali della città che hanno punito le eterne divisioni della sinistra e del PD e hanno scommesso sul "piccolo miracolo orvietano".
Presto gli orvietani si renderanno conto che la medicina è peggiore del male. I problemi di Orvieto non sono divagazioni da salotto. Si tratta di fare in modo che questa parentesi duri il meno possibile e soprattutto faccia meno danni possibili.
Si apre ora una stagione difficile per il centro sinistra e soprattutto per il PD. Pesa infatti come un macigno l'atteggiamento politico del sindaco uscente Mocio e della sua componente che non ha mai accettato l'esito delle primarie e ha lavorato per la sconfitta della Stella.
Al tempo stesso il risultato boccia definitivamente il gruppo dirigente storico del centro sinistra ed emerge con forza l'esigenza di un rinnovamento radicale.
E' questa la prova che attende i giovani dirigenti del PD ed i tanti ragazzi e ragazze che si sono avvicinati alla politica grazie alle primarie.
Se sapranno liberarsi dalle logiche di gruppo e si metteranno a discutere ed a lavorare sui problemi di Orvieto presto saranno i protagonisti della vita politica cittadina.
Vi riproponiamo il loro manifesto del 4 marzo 2007 che già aveva anunciato il futuro.
" Manifesto per una politica sostenibile
Orvieto 04 / 03 / 2007 - a futura memoria
I giovani sono una risorsa per tutti, per quei compagni che hanno fatto la storia di questo partito e che possono veder proseguito un lavoro di emancipazione, di liberazione del genere umano, di giustizia sociale, di eguaglianza. Ma oggi servono nuovi occhi per vedere nuove risorse e nuove opportunità. E anche nuovi problemi ch’attendono d’essere risolti.
Noi teniamo a questo partito. Per questa ragione, al di là delle scelte soggettive che ciascuno di noi esprimerà in sede di congresso, ci presentiamo uniti per affermare un nostro protagonismo che trova ispirazione nella proposta di un nuovo metodo caratterizzato da una idea della politica meno dirigista, più attenta espressioni della complessità e delle intelligenze capaci di relazioni feconde, in grado di imparare dagli errori, mobile nei gruppi dirigenti.
Un metodo per una politica “sostenibile” che viva di differenze e di prospettive diverse.Un metodo che considera la libertà, la democrazia, la giustizia sociale, le pari opportunità, la critica dei rapporti di dominio a fondamento del nostro agire politico.Un metodo che guarda alle primarie come ad uno dei paradigmi di una nuova politica aperta.Ecco quindi che presentiamo una prima selezione di parole chiave che vogliamo porre a guida della nostra esperienza politica.
PARTECIPAZIONE
Noi vogliamo reinventare la connessione tra partecipazione e rappresentanza. “L’attività costante della partecipazione garantisce, stimola e controlla la qualità della rappresentanza”. Il “cesarismo” nato dalla spuma del maggioritario deve essere temperato e agganciato ad un nuovo protagonismo delle intelligenze, competenze, passioni politiche distribuite nella società civile.Va quindi rovesciato lo schema secondo il quale si chiede il consenso su una decisione che matura in contesti poco permeabili ai contributi esterni e che, una volta adottata, non viene arricchita da una partecipazione capace anche di mutarne il segno.Chiediamo che la stessa decisione sia il portato di una libera e paritetica discussione: senza gerarchie date dai ruoli, dalle storie o dagli incarichi.Una politica aperta, dove tutti partecipano e dove tutti hanno accesso a quella base di informazioni che permette di far funzionare bene le proprie competenze e conoscenze.Bisogna attualizzare queste intelligenze e competenze aprendo il codice sorgente della politica.
CONOSCENZA
La politica è una forma interattiva di conoscenza. Deve pertanto cercare, con ostinata perseveranza, di attingere alle fonti più vitali per affinare la propria capacità di analisi della realtà. Un partito all’altezza dei tempi ha bisogno di una rete complessa fatta costituita dal gruppo dirigente, dagli iscritti, dai simpatizzanti e da tutti coloro che condividono le medesime idee e i medesimi valori. Una rete che valorizza le persone. Tutte.Un partito all’altezza dei tempi non può permettersi di dissipare un patrimonio di conoscenze, passioni e competenze che si trova appena là fuori e che attende di potersi vedere mobilitato in direzione di un fine condiviso. In questo schema tutti hanno valore perché depositari, possessori e creatori di sapere di cui noi abbiamo bisogno per capire, ascoltare, scuotere la società. Dobbiamo imparare a co-progettare il futuro assieme agli altri.
COMUNICAZIONE
La comunicazione non è un accessorio della politica ma la sua essenza. Senza una comunicazione efficiente il partito diventa sordo alle istanze della società; per converso, rispetto alla società il partito appare reticente o incomprensibile. Viviamo nella società della comunicazione e non possiamo ignorare le profonde trasformazioni indotte dai mezzi di comunicazione di massa e dalla rete internet. Questo aspetto non può più essere governato dalle buone volontà. A tal proposito, sarebbe auspicabile inaugurare in tempi brevi una specifica risorsa interna ai DS di Orvieto, composta in prevalenza da giovani, interamente dedicata al tema. Una sorta di “laboratorio” capace di osservare il contesto e di agire in sinergia con le espressioni del partito maggiormente orientate in questa direzione.
MOBILITÀ DELLE CLASSI DIRIGENTI
Una politica di sinistra deve mettere in discussione le inerzie che si vengono a creare all’interno delle classi dirigenti. Dobbiamo creare percorsi che, pur valorizzando le risorse più preziose non impediscano agli altri di fare esperienze. Dobbiamo “liberalizzare la politica” e scuotere le situazioni ingessate, i monopoli. Questo per il bene dei cittadini, dei simpatizzanti, degli iscritti, della classe dirigente.Noi vogliamo sostenere i percorsi di quanti, chiamati a ricoprire incarichi di dirigenti all’interno del partito, si impegnino sino in fondo in un’opera di ampia diffusione di informazioni e conoscenze. E questo per sollecitare un apprendimento consapevole del mondo e della politica e anche per stimolare contribuiti e nuove idee.Pertanto, noi lavoriamo per una nuova classe dirigente che non abbia il timore di creare la propria concorrenza.
IL POTERE DIFFUSO
L’eccessiva enfasi accordata al processo “decisionale” tende a porre in secondo piano l’evoluzione dialogica e dialettica attraverso la quale la stessa decisione matura. Noi vogliamo rivolgerci, invece, ad un approccio ispirato al metodo di valutazione della scienza, dove la critica non solo è benvenuta ma contribuisce in maniera fondante a quello che provvisoriamente può dirsi “verità”. Il potere deve essere distribuito nella rete delle persone e della politica. Concentrato altrove diventa insostenibile e privo di referenti reali. Una politica che sappia raccogliere la sfida della post-democrazia non teme il confronto con il diverso, con l’altro, l’irriducibile . Si nutre di diversità e di un esercizio di un potere fermo, autorevole ma anche capace di lasciarsi fecondare dall’incontro imprevisto.
L’ASSE RICERCA & SVILUPPO NELLA POLITICA
Il partito deve acquistare una nuova centralità attraverso il sapere e la conoscenza. Troppo spesso si chiedono atti di fede anziché proposte e idee vagliate da una feconda partecipazione. Il nostro partito sarà capace di futuro se comincerà ad investire sulla conoscenza.È ora di dotarsi di un vero e proprio centro di “ricerca e sviluppo” che si metta in ascolto delle forze più vitali della società e sia capace di studiare soluzioni, produrre ipotesi, immaginare futuri. Bisogna distribuire i saperi, rendere le persone in grado di leggere e interpretare i processi della realtà.
MORALE
Cos’è la morale? Secondo noi è questa. “ Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”. Quando facciamo politica, pensiamo a questa massima.[Riallineare le cose che facciamo con i valori che professiamo]
MECCANISMI DI RIDISTRIBUZIONE DEL SAPERE
Un partito immobile non consente una libera circolazione delle informazioni. Blocca il flusso delle conoscenze. Ai militanti allora si chiedono, lo ribadiamo, troppo spesso atti di fede a prescindere dalla discussione razionale e informata.Ebbene, questo atteggiamento va bene per il clerici, non per un partito moderno, democratico e di sinistra.Ai compagni che occupano posizioni di prestigio e importanti, corre l’obbligo di diventare pedagoghi, di distribuire esperienza sotto forma di informazioni argomentate e di metodo. È necessario mettere in discussione la privatizzazione di esperienze che non tornano mai in basso, verso la base.
PERMEABILITÀ
Dobbiamo diventare permeabili, anche a costo di qualche incoerenza. Dobbiamo tornare a parlare con le forze vive della società civile, anche se queste talora si creano qualche dissidio. Abbiamo smesso di vantare una qualche speciale verità. Dobbiamo però rivendicare il nostro essere “sensori” del nuovo che emerge dalla società. Noi vogliamo costruire un progetto di città a partire dai cittadini, dai lavoratori, dalle istanze più innovatrici. "
Non è la prima volta che un candidato di centro sinistra manca per una manciata di voti la vittoria al primo turno e poi perde nettamenete al ballottaggio. Il calo di votanti ( dal 81% al 76%) non ha impedito a Concina di guadagnare oltre 1000 voti metre Loriana Stella ne ha persi altrettanti.
La gioisa macchina da guerra costruira dalla candidata del Centro Sinistra alle primarie si è infranta contro un nuovo patto che si è stabilito tra settori fondamentali della città che hanno punito le eterne divisioni della sinistra e del PD e hanno scommesso sul "piccolo miracolo orvietano".
Presto gli orvietani si renderanno conto che la medicina è peggiore del male. I problemi di Orvieto non sono divagazioni da salotto. Si tratta di fare in modo che questa parentesi duri il meno possibile e soprattutto faccia meno danni possibili.
Si apre ora una stagione difficile per il centro sinistra e soprattutto per il PD. Pesa infatti come un macigno l'atteggiamento politico del sindaco uscente Mocio e della sua componente che non ha mai accettato l'esito delle primarie e ha lavorato per la sconfitta della Stella.
Al tempo stesso il risultato boccia definitivamente il gruppo dirigente storico del centro sinistra ed emerge con forza l'esigenza di un rinnovamento radicale.
E' questa la prova che attende i giovani dirigenti del PD ed i tanti ragazzi e ragazze che si sono avvicinati alla politica grazie alle primarie.
Se sapranno liberarsi dalle logiche di gruppo e si metteranno a discutere ed a lavorare sui problemi di Orvieto presto saranno i protagonisti della vita politica cittadina.
Vi riproponiamo il loro manifesto del 4 marzo 2007 che già aveva anunciato il futuro.
" Manifesto per una politica sostenibile
Orvieto 04 / 03 / 2007 - a futura memoria
I giovani sono una risorsa per tutti, per quei compagni che hanno fatto la storia di questo partito e che possono veder proseguito un lavoro di emancipazione, di liberazione del genere umano, di giustizia sociale, di eguaglianza. Ma oggi servono nuovi occhi per vedere nuove risorse e nuove opportunità. E anche nuovi problemi ch’attendono d’essere risolti.
Noi teniamo a questo partito. Per questa ragione, al di là delle scelte soggettive che ciascuno di noi esprimerà in sede di congresso, ci presentiamo uniti per affermare un nostro protagonismo che trova ispirazione nella proposta di un nuovo metodo caratterizzato da una idea della politica meno dirigista, più attenta espressioni della complessità e delle intelligenze capaci di relazioni feconde, in grado di imparare dagli errori, mobile nei gruppi dirigenti.
Un metodo per una politica “sostenibile” che viva di differenze e di prospettive diverse.Un metodo che considera la libertà, la democrazia, la giustizia sociale, le pari opportunità, la critica dei rapporti di dominio a fondamento del nostro agire politico.Un metodo che guarda alle primarie come ad uno dei paradigmi di una nuova politica aperta.Ecco quindi che presentiamo una prima selezione di parole chiave che vogliamo porre a guida della nostra esperienza politica.
PARTECIPAZIONE
Noi vogliamo reinventare la connessione tra partecipazione e rappresentanza. “L’attività costante della partecipazione garantisce, stimola e controlla la qualità della rappresentanza”. Il “cesarismo” nato dalla spuma del maggioritario deve essere temperato e agganciato ad un nuovo protagonismo delle intelligenze, competenze, passioni politiche distribuite nella società civile.Va quindi rovesciato lo schema secondo il quale si chiede il consenso su una decisione che matura in contesti poco permeabili ai contributi esterni e che, una volta adottata, non viene arricchita da una partecipazione capace anche di mutarne il segno.Chiediamo che la stessa decisione sia il portato di una libera e paritetica discussione: senza gerarchie date dai ruoli, dalle storie o dagli incarichi.Una politica aperta, dove tutti partecipano e dove tutti hanno accesso a quella base di informazioni che permette di far funzionare bene le proprie competenze e conoscenze.Bisogna attualizzare queste intelligenze e competenze aprendo il codice sorgente della politica.
CONOSCENZA
La politica è una forma interattiva di conoscenza. Deve pertanto cercare, con ostinata perseveranza, di attingere alle fonti più vitali per affinare la propria capacità di analisi della realtà. Un partito all’altezza dei tempi ha bisogno di una rete complessa fatta costituita dal gruppo dirigente, dagli iscritti, dai simpatizzanti e da tutti coloro che condividono le medesime idee e i medesimi valori. Una rete che valorizza le persone. Tutte.Un partito all’altezza dei tempi non può permettersi di dissipare un patrimonio di conoscenze, passioni e competenze che si trova appena là fuori e che attende di potersi vedere mobilitato in direzione di un fine condiviso. In questo schema tutti hanno valore perché depositari, possessori e creatori di sapere di cui noi abbiamo bisogno per capire, ascoltare, scuotere la società. Dobbiamo imparare a co-progettare il futuro assieme agli altri.
COMUNICAZIONE
La comunicazione non è un accessorio della politica ma la sua essenza. Senza una comunicazione efficiente il partito diventa sordo alle istanze della società; per converso, rispetto alla società il partito appare reticente o incomprensibile. Viviamo nella società della comunicazione e non possiamo ignorare le profonde trasformazioni indotte dai mezzi di comunicazione di massa e dalla rete internet. Questo aspetto non può più essere governato dalle buone volontà. A tal proposito, sarebbe auspicabile inaugurare in tempi brevi una specifica risorsa interna ai DS di Orvieto, composta in prevalenza da giovani, interamente dedicata al tema. Una sorta di “laboratorio” capace di osservare il contesto e di agire in sinergia con le espressioni del partito maggiormente orientate in questa direzione.
MOBILITÀ DELLE CLASSI DIRIGENTI
Una politica di sinistra deve mettere in discussione le inerzie che si vengono a creare all’interno delle classi dirigenti. Dobbiamo creare percorsi che, pur valorizzando le risorse più preziose non impediscano agli altri di fare esperienze. Dobbiamo “liberalizzare la politica” e scuotere le situazioni ingessate, i monopoli. Questo per il bene dei cittadini, dei simpatizzanti, degli iscritti, della classe dirigente.Noi vogliamo sostenere i percorsi di quanti, chiamati a ricoprire incarichi di dirigenti all’interno del partito, si impegnino sino in fondo in un’opera di ampia diffusione di informazioni e conoscenze. E questo per sollecitare un apprendimento consapevole del mondo e della politica e anche per stimolare contribuiti e nuove idee.Pertanto, noi lavoriamo per una nuova classe dirigente che non abbia il timore di creare la propria concorrenza.
IL POTERE DIFFUSO
L’eccessiva enfasi accordata al processo “decisionale” tende a porre in secondo piano l’evoluzione dialogica e dialettica attraverso la quale la stessa decisione matura. Noi vogliamo rivolgerci, invece, ad un approccio ispirato al metodo di valutazione della scienza, dove la critica non solo è benvenuta ma contribuisce in maniera fondante a quello che provvisoriamente può dirsi “verità”. Il potere deve essere distribuito nella rete delle persone e della politica. Concentrato altrove diventa insostenibile e privo di referenti reali. Una politica che sappia raccogliere la sfida della post-democrazia non teme il confronto con il diverso, con l’altro, l’irriducibile . Si nutre di diversità e di un esercizio di un potere fermo, autorevole ma anche capace di lasciarsi fecondare dall’incontro imprevisto.
L’ASSE RICERCA & SVILUPPO NELLA POLITICA
Il partito deve acquistare una nuova centralità attraverso il sapere e la conoscenza. Troppo spesso si chiedono atti di fede anziché proposte e idee vagliate da una feconda partecipazione. Il nostro partito sarà capace di futuro se comincerà ad investire sulla conoscenza.È ora di dotarsi di un vero e proprio centro di “ricerca e sviluppo” che si metta in ascolto delle forze più vitali della società e sia capace di studiare soluzioni, produrre ipotesi, immaginare futuri. Bisogna distribuire i saperi, rendere le persone in grado di leggere e interpretare i processi della realtà.
MORALE
Cos’è la morale? Secondo noi è questa. “ Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”. Quando facciamo politica, pensiamo a questa massima.[Riallineare le cose che facciamo con i valori che professiamo]
MECCANISMI DI RIDISTRIBUZIONE DEL SAPERE
Un partito immobile non consente una libera circolazione delle informazioni. Blocca il flusso delle conoscenze. Ai militanti allora si chiedono, lo ribadiamo, troppo spesso atti di fede a prescindere dalla discussione razionale e informata.Ebbene, questo atteggiamento va bene per il clerici, non per un partito moderno, democratico e di sinistra.Ai compagni che occupano posizioni di prestigio e importanti, corre l’obbligo di diventare pedagoghi, di distribuire esperienza sotto forma di informazioni argomentate e di metodo. È necessario mettere in discussione la privatizzazione di esperienze che non tornano mai in basso, verso la base.
PERMEABILITÀ
Dobbiamo diventare permeabili, anche a costo di qualche incoerenza. Dobbiamo tornare a parlare con le forze vive della società civile, anche se queste talora si creano qualche dissidio. Abbiamo smesso di vantare una qualche speciale verità. Dobbiamo però rivendicare il nostro essere “sensori” del nuovo che emerge dalla società. Noi vogliamo costruire un progetto di città a partire dai cittadini, dai lavoratori, dalle istanze più innovatrici. "
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lunedì 15 giugno 2009
Vota chi conosci : qualche notizia su Toni Concina, il pattugliatore di salotti
Da http://www.cortilepiccolo.com/mentoring/newscontent/mentonews/20041201.htm
"3. Dalle cattedre ai salotti bene della Capitale: indovinate chi c’era , fra i VIP assiepati alla festa in onore di Lilli Gruber per il lancio del di lei ultimo libro sulle corrispondenze dall’ Iraq...? Che domande: ci rappresentava tutti il ns. ex Lider Maximo Toni Concina (53/56), inesorabile pattugliatore di salotti “in”. Libero (suo malgrado...) dagli impegni del gruppo RCS, Toni sta ora preparando la propria rentree musicale: amici romani, state in campana..."
"3. Dalle cattedre ai salotti bene della Capitale: indovinate chi c’era , fra i VIP assiepati alla festa in onore di Lilli Gruber per il lancio del di lei ultimo libro sulle corrispondenze dall’ Iraq...? Che domande: ci rappresentava tutti il ns. ex Lider Maximo Toni Concina (53/56), inesorabile pattugliatore di salotti “in”. Libero (suo malgrado...) dagli impegni del gruppo RCS, Toni sta ora preparando la propria rentree musicale: amici romani, state in campana..."
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domenica 14 giugno 2009
BERSANI, FERRERO, ORLANDO e LEONI ad Orvieto il 17 a sostegno di Loriana STELLA
Il centro sinistra si schiera compatto a sostegno di Loriana STELLA a sindaco di Orvieto. In un comunicato congiunto firmato da Damiano Stufara e Libero Paci, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani Confermano il proprio impegno " per contribuire alle vittorie di Leopoldo Di Girolamo e Loriana Stella al ballottaggio del 21 1 22 giugno, per consentire di avviare un nuova fase di governi del territorio".
Si susseguono le prese di posizione d vari settori professionali ed imprenditoriali della città preoccupati da una parte del fatto che si apra una lunga dase di incertezza e dall'altra dai toni sempre piu' arroganti della destra.
Il centro sinistra darà vita ad una manifestazione mercoledì 17 giugno alle ore 21 presso i giardini pubblici di Orvieto Scalo.
Parteciparanno Maria Pia Bruscolotti segretaria regionale del PD Umbro, Calo Leoni di Sinistra e Libertà, Leonluca Orlando dell'Italia dei Valori e Pierluigi Bersani esponente di punta del Pd.
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martedì 9 giugno 2009
Orvieto al ballottaggio e i giovani di AN festeggiano sul balcone del comune.
Il terremoto elettorale che ha scosso il centro sinistra dell'Italia Centrale, con il PD che ha perso mediamente il 10%, ha avuto i suoi effetti anche ad Orvieto.
Si va al ballottaggio con la Stella al 48,6% e Tony Concina al 42,7%. Ago della bilancia sarà l'8,8 raccolto da Tonelli.
Il risultato è stato accolto con euforia dai giovani di AN che si sono affacciati dal balcone della residenza municipale sventolando le bandiere tricolore.
Altro clima alla sede del PD in via pianzola dove fino all'ultimo si è sperato in una rimonta e dove il risultato finale ha lasciato sicuramente l'amaro in bocca.
Ma fin da ieri notte è partita una riflessione sul voto, sulle sue ragioni politiche, per poter affrontare il ballottaggio nelle condizioni migliori.
E' evidente che il fenomeno del voto disgiunto non è la causa principale del risultato. Anche cinque anni fa ci fu tantè che Mocio anche allora prese 4 punti in meno delle liste. La novità di questa tornata è stato il forte spostamento a destra in linea con le tendenze nazionali.
E' evidente perciò che l'elettorato della lista Tonelli può convergere sulla Stella al secondo turno se si mantiene un profilo politico di netta contrapposizione politica al centro destra.
Si va al ballottaggio con la Stella al 48,6% e Tony Concina al 42,7%. Ago della bilancia sarà l'8,8 raccolto da Tonelli.
Il risultato è stato accolto con euforia dai giovani di AN che si sono affacciati dal balcone della residenza municipale sventolando le bandiere tricolore.
Altro clima alla sede del PD in via pianzola dove fino all'ultimo si è sperato in una rimonta e dove il risultato finale ha lasciato sicuramente l'amaro in bocca.
Ma fin da ieri notte è partita una riflessione sul voto, sulle sue ragioni politiche, per poter affrontare il ballottaggio nelle condizioni migliori.
E' evidente che il fenomeno del voto disgiunto non è la causa principale del risultato. Anche cinque anni fa ci fu tantè che Mocio anche allora prese 4 punti in meno delle liste. La novità di questa tornata è stato il forte spostamento a destra in linea con le tendenze nazionali.
E' evidente perciò che l'elettorato della lista Tonelli può convergere sulla Stella al secondo turno se si mantiene un profilo politico di netta contrapposizione politica al centro destra.
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domenica 7 giugno 2009
ORVIETO : il PDL è il primo partito ma il CENTROSINISTRA è al 55%
Risultato storico ad Orvieto dove la DESTRA per la prima volta diventa il primo partito con il 37,86 % mentre il PD arretra al 36,24 %.
La coalizione del Centro Destra è al 41,60%, l'UDC al 3,32% mentre la variegata coalizione di Centro Sinistra può contare sul 54,99%.
EUROPEE: PD POTREBBE ESSERE PRIMO PARTITO SOLO IN 2 REGIONI
Il Pd potrebbe essere il primo partito solo in Emilia Romagna ed in Toscana. Nelle Marche ed in Umbria il Pdl e' in vantaggio con un certo margine. Testa a testa in Sardegna. In Liguria ha vinto il Pdl.
Risultati in Umbria :
PDL 183.022 35,77 %
PD 173.518 33,91 %
RC 31.866 6,22 %
IDV 30.131 5,89 %
UDC 26.598 5,19 %
Lega 18.268 3,57 %
S L 18.192 3,57 %
Rad. 11.930 2,33 %
Fiam 5.192 1,01 %
PCL 5.177 1,01 %
FN 3.704 0,72 %
Des 3.017 0,58 %
LibDem 945 0,18 %
La coalizione del Centro Destra è al 41,60%, l'UDC al 3,32% mentre la variegata coalizione di Centro Sinistra può contare sul 54,99%.
EUROPEE: PD POTREBBE ESSERE PRIMO PARTITO SOLO IN 2 REGIONI
Il Pd potrebbe essere il primo partito solo in Emilia Romagna ed in Toscana. Nelle Marche ed in Umbria il Pdl e' in vantaggio con un certo margine. Testa a testa in Sardegna. In Liguria ha vinto il Pdl.
Risultati in Umbria :
PDL 183.022 35,77 %
PD 173.518 33,91 %
RC 31.866 6,22 %
IDV 30.131 5,89 %
UDC 26.598 5,19 %
Lega 18.268 3,57 %
S L 18.192 3,57 %
Rad. 11.930 2,33 %
Fiam 5.192 1,01 %
PCL 5.177 1,01 %
FN 3.704 0,72 %
Des 3.017 0,58 %
LibDem 945 0,18 %
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sabato 6 giugno 2009
“Questa è la nostra idea di Europa” di Catiuscia Marini
(Stralci dei discorsi di Catiuscia per la chiusura della campagna elettorale)
"Abbiamo incontrato gli imprenditori che ci raccontano come è profonda la crisi economica e finanziaria e come è difficile accedere alla liquidità delle banche.
Abbiamo incontrato i lavoratori in cassa integrazione.
Abbiamo incontrato i lavoratori delle grandi imprese multinazionali.
Abbiamo incontrato i cittadini più anziani che non ce la fanno con la pensione al minimo. Abbiamo incontrato gli studenti universitari che ci chiedono un progetto di futuro per l'Italia. Abbiamo incontrato uomini e donne che ci hanno rappresentato il Paese reale che è diverso da quello rappresentato a Porta a Porta: è il Paese questo.
Noi siamo una parte di questo Paese reale.
(...)
Abbiamo fatto una campagna elettorale vera, con le persone.
Noi abbiamo parlato della nostra idea di Europa, che è un'Europa che pensa alle persone e le mette al primo posto, un'Europa che investe e si apre al mondo, un'Europa dei diritti e delle libertà, un'Europa che crede nelle città e nelle comunità locali, che ne accompagna lo sviluppo.
Questa è la nostra idea di Europa e questa è un'altra Europa rispetto a quella che oggi vediamo rappresentata da Berlusconi e da Topolanek, Presidente di turno dell'Unione europea.
È un'altra Europa, fatta di intelligenza, di passione, di competenza, di apertura, di inclusione.
Aiutateci a far vincere il Partito democratico, a far vincere la delegazione italiana del Partito democratico, ad eleggere anche qualche donna al Parlamento europeo."
Il video: http://www.youtube.com/watch?v=VrmVVxIgotU
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Elezioni Europee
Partie de campagne 5/6: Marielle de Sarnez, dans les pas de François Bayrou
Ecco un esempio di campagna europea che i partiti avrebbe potuto fare e che non ha fatto.
Pour la cinquième étape de son parcours en France avec des députés européens en campagne, EurActiv.fr a suivi Marielle de Sarnez, tête de liste MoDem en Ile-de-France, sur le plateau de Saclay. Elle accompagnait le président du mouvement, François Bayrou, pour une visite sur le thème de la recherche.
Difficile de suivre Marielle de Sarnez sans François Bayrou. En cette matinée du début du mois de mai, ils se rendent, entourés d’élus locaux, sur le plateau de Saclay (Essonne).
Thème de la visite: la recherche. Lieu emblématique s’il en est, le plateau de Saclay est le premier pôle scientifique et technologique en Europe. Parmi les laboratoires, Soleil Synchrotron fait figure d’exemple. Ce centre, qui axe notamment ses recherches autour de la structure et de la géométrie de la matière, est d’ailleurs un grand habitué des visites des hommes politiques de tous bords. Le socialiste Harlem Désir s’y est rendu trois semaines après le MoDem. Il y a deux ans, c’est le candidat Nicolas Sarkozy qui était venu y faire campagne pour l’élection présidentielle.
"Les questions française et européenne sont les mêmes"
La présidentielle... un thème omniprésent au cours de cette visite, pendant laquelle il est plus question de sujets nationaux que de thématiques européennes. Quand on le lui fait remarquer, le président du MoDem rétorque exaspéré aux journalistes: «Ôtez-vous de la tête que France et Europe sont deux sujets différents». «Quand je traite de la France, du destin du pays, de la manière dont il est aujourd’hui détourné de ce qu’il devrait être, je traite de votre vie. La question française et la question européenne, ce sont les mêmes questions."
«Quand François Bayrou parle de la France, ce n’est pas hors-sujet», renchérit Marielle de Sarnez, tête de liste du MoDem à Paris. «Je suis heureuse qu’il soit sur le devant de la scène et engagé, à la fois pour les élections françaises et pour les élections européennes."
Marielle de Sarnez est la tête pensante du MoDem. Depuis 2004, elle est élue au Parlement européen, où elle siège à la commission de la Culture et de l’éducation. Auteur du programme du parti pour les européennes, elle porte, depuis le début de l'année 2009, l’organisation de huit conventions thématiques sur l’Europe. Développement durable, Europe sociale, agriculture, crise,... chaque sujet a eu sa réunion.
Devant les accusations de ses concurrents qui assimilent le groupe ADLE, auquel le MoDem est affilié, à un groupe libéral, Marielle de Sarnez fustige les «caricatures». «Nous sommes le groupe central du Parlement européen, avec l’alliance des démocrates et des libéraux-démocrates. Au Parlement européen, notamment sur les enjeux sociaux, il y a des majorités d’idées qui se créent, avec parfois des membres de partis aussi différents que le PPE ou le PSE."
"J'ai l'intention de faire le meilleur score possible"
Les futurs députés européens MoDem continueront-ils donc de siéger à l’ADLE? La candidate botte en touche: «J’ai l’intention de faire le meilleur score possible et que les démocrates soient les plus nombreux au Parlement européen.» En 2004, le MoDem avait co-fondé, avec le parti démocrate italien, le parti démocrate européen (PDE), affilié à l’ADLE.
Retour à la recherche. «Ce n’est pas la même chose de construire 27 immeubles d’un étage, et un immeuble de 27 étages», souligne François Bayrou, pour illustrer sa conception de la recherche européenne.
Dans ce laboratoire de Saclay, l’«Europe de la recherche» n’est pas qu’une expression. Ici, 25% des applications de mise en œuvre viennent d’autres pays européens que la France. «Il est très important d’aller plus loin», explique le directeur scientifique du lieu, Jean-Pierre Samama, qui demande que soit formé en Europe un réseau de compétences partagées. Au-delà de la coopération entre scientifiques, «c’est un dialogue qui s’organise au niveau politique», explique-t-il. «Il faut apporter une organisation européenne à ces structures », poursuit-il.
L'Europe de la recherche distancée
Des arguments qui vont dans le sens de ceux avancés par Marielle de Sarnez. «On est en train de se faire complètement distancer par les Américains, la Chine, l’Inde, la Corée et le Japon», explique-t-elle. «Si on ne réagit pas aujourd’hui en Europe, ce sera trop tard», poursuit-elle, soulignant que la recherche et le développement sont liés à la croissance. Et la stratégie de Lisbonne? «Galvaudée», répond Marielle de Sarnez, pour qui «il faut de nouveaux enjeux pour l’Europe».
Et dans ce campus, qui a pour ambition de devenir «l’un des dix premiers au monde», François Bayrou brandit l’exemple de l’université de Louvain-la-Neuve, en Belgique.
Grand Paris, crise, PME,... Là aussi, les discussions tournent beaucoup autour de sujets sans grands liens avec l’Europe. Mais une participante tente tout de même: «Pourquoi ne pas utiliser les fonds européens pour financer nos projets? Des fonds européens pour la valorisation de nos recherches sont disponibles», argue-t-elle. Mais la remarque tombe à plat. Et le président du MoDem embraye sur «le mal français qui consiste à toujours traiter des méga-structures à l’intérieur de méga-plans».
Pour la cinquième étape de son parcours en France avec des députés européens en campagne, EurActiv.fr a suivi Marielle de Sarnez, tête de liste MoDem en Ile-de-France, sur le plateau de Saclay. Elle accompagnait le président du mouvement, François Bayrou, pour une visite sur le thème de la recherche.
Difficile de suivre Marielle de Sarnez sans François Bayrou. En cette matinée du début du mois de mai, ils se rendent, entourés d’élus locaux, sur le plateau de Saclay (Essonne).
Thème de la visite: la recherche. Lieu emblématique s’il en est, le plateau de Saclay est le premier pôle scientifique et technologique en Europe. Parmi les laboratoires, Soleil Synchrotron fait figure d’exemple. Ce centre, qui axe notamment ses recherches autour de la structure et de la géométrie de la matière, est d’ailleurs un grand habitué des visites des hommes politiques de tous bords. Le socialiste Harlem Désir s’y est rendu trois semaines après le MoDem. Il y a deux ans, c’est le candidat Nicolas Sarkozy qui était venu y faire campagne pour l’élection présidentielle.
"Les questions française et européenne sont les mêmes"
La présidentielle... un thème omniprésent au cours de cette visite, pendant laquelle il est plus question de sujets nationaux que de thématiques européennes. Quand on le lui fait remarquer, le président du MoDem rétorque exaspéré aux journalistes: «Ôtez-vous de la tête que France et Europe sont deux sujets différents». «Quand je traite de la France, du destin du pays, de la manière dont il est aujourd’hui détourné de ce qu’il devrait être, je traite de votre vie. La question française et la question européenne, ce sont les mêmes questions."
«Quand François Bayrou parle de la France, ce n’est pas hors-sujet», renchérit Marielle de Sarnez, tête de liste du MoDem à Paris. «Je suis heureuse qu’il soit sur le devant de la scène et engagé, à la fois pour les élections françaises et pour les élections européennes."
Marielle de Sarnez est la tête pensante du MoDem. Depuis 2004, elle est élue au Parlement européen, où elle siège à la commission de la Culture et de l’éducation. Auteur du programme du parti pour les européennes, elle porte, depuis le début de l'année 2009, l’organisation de huit conventions thématiques sur l’Europe. Développement durable, Europe sociale, agriculture, crise,... chaque sujet a eu sa réunion.
Devant les accusations de ses concurrents qui assimilent le groupe ADLE, auquel le MoDem est affilié, à un groupe libéral, Marielle de Sarnez fustige les «caricatures». «Nous sommes le groupe central du Parlement européen, avec l’alliance des démocrates et des libéraux-démocrates. Au Parlement européen, notamment sur les enjeux sociaux, il y a des majorités d’idées qui se créent, avec parfois des membres de partis aussi différents que le PPE ou le PSE."
"J'ai l'intention de faire le meilleur score possible"
Les futurs députés européens MoDem continueront-ils donc de siéger à l’ADLE? La candidate botte en touche: «J’ai l’intention de faire le meilleur score possible et que les démocrates soient les plus nombreux au Parlement européen.» En 2004, le MoDem avait co-fondé, avec le parti démocrate italien, le parti démocrate européen (PDE), affilié à l’ADLE.
Retour à la recherche. «Ce n’est pas la même chose de construire 27 immeubles d’un étage, et un immeuble de 27 étages», souligne François Bayrou, pour illustrer sa conception de la recherche européenne.
Dans ce laboratoire de Saclay, l’«Europe de la recherche» n’est pas qu’une expression. Ici, 25% des applications de mise en œuvre viennent d’autres pays européens que la France. «Il est très important d’aller plus loin», explique le directeur scientifique du lieu, Jean-Pierre Samama, qui demande que soit formé en Europe un réseau de compétences partagées. Au-delà de la coopération entre scientifiques, «c’est un dialogue qui s’organise au niveau politique», explique-t-il. «Il faut apporter une organisation européenne à ces structures », poursuit-il.
L'Europe de la recherche distancée
Des arguments qui vont dans le sens de ceux avancés par Marielle de Sarnez. «On est en train de se faire complètement distancer par les Américains, la Chine, l’Inde, la Corée et le Japon», explique-t-elle. «Si on ne réagit pas aujourd’hui en Europe, ce sera trop tard», poursuit-elle, soulignant que la recherche et le développement sont liés à la croissance. Et la stratégie de Lisbonne? «Galvaudée», répond Marielle de Sarnez, pour qui «il faut de nouveaux enjeux pour l’Europe».
Et dans ce campus, qui a pour ambition de devenir «l’un des dix premiers au monde», François Bayrou brandit l’exemple de l’université de Louvain-la-Neuve, en Belgique.
Grand Paris, crise, PME,... Là aussi, les discussions tournent beaucoup autour de sujets sans grands liens avec l’Europe. Mais une participante tente tout de même: «Pourquoi ne pas utiliser les fonds européens pour financer nos projets? Des fonds européens pour la valorisation de nos recherches sont disponibles», argue-t-elle. Mais la remarque tombe à plat. Et le président du MoDem embraye sur «le mal français qui consiste à toujours traiter des méga-structures à l’intérieur de méga-plans».
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martedì 2 giugno 2009
CONCINA propone "IL VOLANO che VOLA"
Sarà lo stress o l'andamento della campagna elettorale che lo dà in forte ribasso, fatto stà che il candidato della destra ha fatto questa uscita singolare nell'ultimo faccia a faccia con gli altri candidati.
Cosa sia il VOLANO che VOLA è un mistero, comunque è una delle proposte strategiche formulate durante l'incontro.
Perciò il nostro blog lancia un piccolo sondaggio ( che non è di mannhaimer) :
1) In realtà non è il VOLANO ma il classico ASINO
2) E' un lapsus dovuto alla frequentazione con tuscia vola ( si voleva dire la Tuscia Vola)
3) E' la manifestazione di un pensiero recondido sulla volontà di volare via il prima possibile da Orvieto
Al vincitore sarà permesso di partecipare come uditore ad una delle cene baccanaliche che si svolgono nei casolari delle colline che cingono orvieto.
Le risposte vanno indirizzate a orvietodemocratica@gmail.com
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