A quanto pare il Sindaco di Orvieto starebbe per tirare fuori la sua carta segreta : guidare una nuova maggioranza “degli uomini e delle donne”. Ovvero coinvolgere il PD ( o una parte del PD ) per turare le falle della sua coalizione che vede di giorno in giorno l’aprirsi di nuove ferite.
L’operazione viene da lontano, qualcuno direbbe dalla stessa campagna elettorale, qualcun altro dall’incapacità manifesta di esprimere un indirizzo convincente su tutte le questioni aperte nella città.
L’elenco degli insuccessi è lunga: si va dalla mancata presentazione del programma del sindaco, alla “copertura” dei debiti fuori bilancio, dai ritardi sul riequilibrio, ai pasticci sul personale e sulla discarica. Anche sulle cose che non costano niente il Sindaco “pianista” ha toppato come la vicenda dell’orario ferroviario. Gran parte degli orvietani si sono andati convincendo che questo gentile pensionato non ha proprio idea di come si amministri una città (seppur piccola ). La raffica di nomine “esterne” hanno segnalato la sua sfiducia negli orvietani ed il suo piglio “manageriale” ha finito per provocare la rivolta dei suoi stessi consiglieri.
Ed ecco che allora si tira fuori dal cappello il “governo di salute pubblica”.
La campagna ha fatto proseliti. C’è chi cita i filosofi e chi chiede di coprire i buchi di bilancio e c’è chi addirittura scomoda il comandamento cristiano della carità.
Eppure tutto si può dire tranne che Concina abbia dovuto affrontare un centro sinistra pregiudiziale e guerrafondaio. Tutte le pratiche spinose sono passate con l’astensione e qualche volta con il voto favorevole del centro sinistra. Allora dove è il problema? A noi la risposta sembra semplice. Il male è nel mozzo attorno a cui gira la ruota del carro. Tony Concina e gran parte del centro destra non hanno la più pallida idea su dove portare la città.
Ovviamente il centro sinistra ha le sue responsabilità ( che ha pagato pesantemente con le elezioni). Ma si è presentato con un programma serio e con una candidata credibile che non si è nascosta dietro un dito, ha parlato il linguaggio della verità, anche quando questa era scomoda e difficile.
Certamente è giunto il tempo che il PD dica chiaramente come la pensa. Non può più nascondersi dietro il gruppo consiliare. In particolare l’on Trappolino, rimasto silente durante tutta la campagna elettorale ( e anche dopo) deve dire come la pensa, indicare una strategia e sottoporla ad un serio confronto negli organismi dirigenti del PD e con gli alleati.
A meno che anche lui non sia stato folgorato da Kant.
Post Scriptum.
Tanti anni fa due miei amici, ora diventati uno giornalista affermato e l’altro valente professore universitario, uscirono con due ragazze viterbesi. Dopo poco si allontanarono un po’dentro la discoteca. Il futuro giornalista fu raggiunto dalla ragazza che stava con il futuro professore universitario che si lamentò pesantemente del fatto che il futuro professore gli parlava solo di “CANTE” ( Kant) invece di invitarla a ballare. Succederà anche ai neoidealisti nostrani?
venerdì 4 dicembre 2009
La Carta Segreta di Tony CONCINA
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