Basta alle menzogne, basta alle promesse non mantenute, basta le umiliazioni, basta sostenere il peso dell'azienda lavorando senza stipendio.
È questo quello che è emerso nell'assemblea tenutasi ieri ( 10/12/09 )nella quale circa 85 dipendenti hanno votato quasi con un plebiscito (un solo voto contrario) l'indisponibilità di tornare al lavoro senza le necessarie certezze ed il pagamento di almeno uno stipendio.
La RSU aziendale e le organizzazioni sindacali FILCEM CGIL e FEMCA CISL respingono al mittente la predica moralista che l'azienda ha messo in campo indicando le lavoratrici come uniche responsabili delle nefaste sorti aziendali qualora le stesse avessero deciso di smettere di lavorare senza salario come fatto fino ad ora.
Più di 350.000,00 € e il contributo che le maestranze hanno messo a disposizione per dare una speranza all’azienda in una fase di criticità che dura ormai da circa un anno, un contributo che supera di gran lunga lo stesso capitale sociale di GR.INT.A.
Non si pensi e non si dica che il “BASTA” espresso dall'assemblea a continuare su questa strada non sia stato sofferto o sia stata una decisione presa a cuor leggero.
I numerosi capi presenti ancora nella catena, le commesse ad oggi ancora potenzialmente realizzabili affidate da committenti di fama mondiale nel segmento dell'alta e altissima moda sono frutto dell’indubbia capacità commerciale dell'imprenditore che poi contrasta con l'assoluta incapacità di una gestione industriale di una realtà produttiva come GR.INT.A.
Amarezza e sdegno va riservata anche al circuito del credito che ha dimostrato e dimostra il tipico atteggiamento del Robin Hood alla rovescia, forte con i deboli e debole con i forti. Un credito che per immagine e apparenza è pronto in pochi minuti è sottoscrivere protocolli istituzionali di sostegno alle imprese quali realtà creatrici di reddito e di occupazione, e dall'altro canto con ritardi di un mese, di un giorno, di un'ora non delibera quelle disponibilità, responsabilmente coscienti che con anche per un solo minuto di ritardo in molti casi può decretare la morte o la sopravvivenza di un'azienda, di tante famiglie, di tanti lavoratori. Ancor più grave appare l’atteggiamento delle banche che pure a fronte delle garanzie offerte dalla finanziaria regionale e dei consorzi fidi non hanno ritenuto di concedere la necessaria copertura economica per far superare la fase di crisi di liquidità che attraversa l’azienda.
Anche gli strumenti che le stesse istituzioni hanno messo in campo, non hanno permesso di cogliere i risultati sperati.
Le lavoratrici e lavoratori di GR.INT.A. per la professionalità che sono in grado di esprimere sono pronti a riprendere qualsiasi sfida e a mettere in campo ulteriori sacrifici ma solo a patto di concrete certezze e precisi impegni in cui, ognuno nel proprio ruolo, faccia un passo avanti per la difesa della più grande azienda tessile della provincia di Terni.
La RSU aziendale
Le OOSS
FILCEM CGIL - FEMCA CISL
lunedì 14 dicembre 2009
Le lavoratrici di GR.INT.A s.r.l. di Orvieto hanno detto BASTA.
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