giovedì 28 gennaio 2010
TRAPPOLINO interviene sul Patto per Orvieto
Nota di Carlo Emanuele Trappolino, coordinatore PD Orvieto
La proposta del Sindaco Concina può inaugurare una nuova fase della politica cittadina ma serve anche un nuovo metodo per condividere, in assoluta trasparenza, le scelte fondamentali. Senza un metodo chiaro, prevarranno ambiguità e comportamenti furbeschi che non siamo più disposti a tollerare.
La città attraversa una congiuntura molto particolare, determinata sia dallo squilibrio di bilancio sia dalla situazione generale del Paese caratterizzata da un profondo, e più generale, mutamento del ciclo economico e sociale. Due situazioni problematiche che non possono venir affrontate separatamente, poiché l’una condiziona l’altra.
Sono allora tre le questioni che riteniamo opportuno mettere in chiaro:
1) Più che i libri dal Prefetto, il Sindaco ha il dovere di portare vere e durevoli soluzioni per la città. Più idee e responsabilità, più partecipazione, più trasparenza e meno slogan.
La situazione del bilancio si può infatti affrontare con proposte che, pur mantenendo il livello dei servizi, utilizzino pienamente le potenzialità di un apparato valido e qualificato e promuovano politiche di sviluppo e di buona occupazione (generando in tal modo risorse aggiuntive per le casse comunali).
2) Il risanamento del bilancio non può prescindere da un nuovo progetto per Orvieto che chiami a raccolta le forze imprenditoriali, sociali e culturali della città, il mondo del lavoro e del credito. Meno presunzione di autosufficienza della politica e maggiore protagonismo e responsabilità di quanti creano ricchezza, benessere e cultura.
3) Il Partito Democratico non vuole sottrarsi alla responsabilità della proposta e del progetto, nella chiarezza e la trasparenza dei ruoli che sono chiamati ad assumere chi governa e chi fa opposizione.
Etichette:
Carlo Emanuele Trappolino,
Patto per Orvieto
mercoledì 27 gennaio 2010
Il PD Umbro decide per le primarie
A tarda sera si è conclusa la lunga maratona del PD Umbro iniziata in mattinata con un incontro tra i maggiorenti del partito, proseguita nel pomeriggio prima con l'incontro di coalizione seguito dalla riunione della mozione Bersani e poi finalmente l'assemblea. La relazione di Bottini aveva sancito definitivamente il verdetto negativo sulla famosa candidatura condivisa e spianato la strada alle primarie. Molti interventi, molti riferimenti alla sindrome di Orvieto ed un piccolo intermezzo drammatico quando un militante di Gualdo Tadino aveva interrotto polemicamente Verini. Era toccato a Catiuscia Marini "mettere in positivo" la scelta delle primarie. In conclusione un voto "bulgaro" 7 contrari e 3 astenuti e via verso le primarie del 7 febbraio.
Molti gli interventi Stramaccioni, Rosi, Verini, Alfio Todini, Rossi, Catiuscia Marini e Rita Lorenzetti che ha invitato il PD ad " attaccare la spina con l'Umbria". Assenti dal dibattito i "popolari".
Per la presentazione delle candidature c'è tempo fino a sabato alle ore 20.
Abbastanza compatta la delegazione Orvietana dove tranne un astenuto,tutti ( compreso MOCIO) hanno votato per le primarie.
Etichette:
Lamberto Bottini,
Primarie PD Umbria
martedì 12 gennaio 2010
I CAPPELLI DI ROMITI
Per ora Romiti si da ai cappelli. Per le cappellate aspettiami il bilancio del Comune di Orvieto
Etichette:
Bilancio Comune Orvieto,
Cappelli,
Romiti
domenica 10 gennaio 2010
ALTRA CITTA’ : Lettera aperta al Sindaco di Orvieto
La mancata approvazione del protocollo d’intesa con il comune di Roma costituisce
una sconfitta per Concina e per la sufficienza con cui ha gestito
argomenti scottanti pensando di approfittare del clima natalizio.
Il suo veemente intervento in Consiglio Comunale, seppur comprensibile, ha
denotato una caduta di stile anche per l’attacco portato agli organi
istituzionali, come la Conferenza dei Capi Gruppo Consiliari e per l’
atteggiamento sprezzante nei confronti di alcuni Consiglieri.
E’ inoltre ancor più grave aver deciso di non affrontare le pratiche
urbanistiche iscritte all’ordine del giorno, evidenziando così la
inaccettabile correlazione tra l’accordo con la capitale e la ulteriore
espansione urbanistica di Orvieto che dovrebbe riguardare circa 7
ettari ed oltre 40.000 mc.,pari a 13.300 mq. di nuovo costruito, posti
a monte di Ciconia in direzione di San Giorgio.
La ennesima “villettopoli” posta a base dello sviluppo della Città è una scelta
strategicamente stupida, antiquata e perfettamente confliggente con le
esigenze di riqualificazione dei centri storici e dei quartieri
dormitorio posti nelle periferie, peraltro decisa in un momento di
crisi del settore edilizio ed immobiliare e di altri interventi di
carattere abitativo già autorizzati (non senza le nostre vibranti
proteste).
Spieghi a questo punto il Sindaco ai Cittadini orvietani
perché ha inteso “inquinare” la discussione su possibili intese con
Roma, a cui guardiamo con interesse, con la variante generale al PRG.o,
che avrebbe sbloccato la nuova lottizzazione di San Giorgio e perché ha
ritirato le pratiche urbanistiche dopo la bocciatura del protocollo con
il comune di Roma.
In tutto questo non vediamo innovazione, ma perfetta
continuità con metodi e scelte sbagliate del passato, per di più velato
dall’ipocrisia di chi pensa di autoassolversi dichiarandosi contrario a
speculazioni edilizie e colate di cemento.
Lo invitiamo infine a leggersi articoli e pubblicazioni dell’architetto Pier Luigi
Cervellati, docente di riqualificazione urbana a Venezia, che da una
parte critica lo svuotamento dei centri storici e l’omologazione degli
spazi abitativi, lo “sprawl” edilizio (espansione a macchia d’olio
delle periferie prive d’identità), la “non città” formata da
“villettopoli”, mentre dall’altra auspica di non fondare "nuove città",
bensì di risanare e curare ciò che è stato tumultuosamente costruito,
imparando l'arte, tutta artigianale, del restauro e della manutenzione
urbana e paesaggistica.
Per ridisegnare il territorio da oggi al 2015 –
ha affermato recentemente il noto urbanista italiano – dobbiamo
invertire la marcia rispetto quanto si è visto negli ultimi quindici
anni, prendendo l'Alto Adige come modello. Risparmio energetico,
rispetto dell'ambiente e riqualificazione ambientale hanno anche creato
nuova economia. In Germania dicono che la città che cala nella sua
estensione ha futuro: hanno ragione. Ciò significa – conclude
Cervellati – che è necessario ripensare le città partendo da progetti
di rigenerazione, come sta facendo la Germania nelle zone della ex Ddr
o Londra lungo il Tamigi.
Signor Sindaco voglia gradire un nostro
omaggio che Le consegneremo quanto prima: il libro di Cervellati L'arte
di curare la città, sperando che vi trovi validi spunti per evitare
scempi urbanistici.
Distintamente
Orvieto, 10 gennaio 2010
Il
Portavoce
Mauro Corba
una sconfitta per Concina e per la sufficienza con cui ha gestito
argomenti scottanti pensando di approfittare del clima natalizio.
Il suo veemente intervento in Consiglio Comunale, seppur comprensibile, ha
denotato una caduta di stile anche per l’attacco portato agli organi
istituzionali, come la Conferenza dei Capi Gruppo Consiliari e per l’
atteggiamento sprezzante nei confronti di alcuni Consiglieri.
E’ inoltre ancor più grave aver deciso di non affrontare le pratiche
urbanistiche iscritte all’ordine del giorno, evidenziando così la
inaccettabile correlazione tra l’accordo con la capitale e la ulteriore
espansione urbanistica di Orvieto che dovrebbe riguardare circa 7
ettari ed oltre 40.000 mc.,pari a 13.300 mq. di nuovo costruito, posti
a monte di Ciconia in direzione di San Giorgio.
La ennesima “villettopoli” posta a base dello sviluppo della Città è una scelta
strategicamente stupida, antiquata e perfettamente confliggente con le
esigenze di riqualificazione dei centri storici e dei quartieri
dormitorio posti nelle periferie, peraltro decisa in un momento di
crisi del settore edilizio ed immobiliare e di altri interventi di
carattere abitativo già autorizzati (non senza le nostre vibranti
proteste).
Spieghi a questo punto il Sindaco ai Cittadini orvietani
perché ha inteso “inquinare” la discussione su possibili intese con
Roma, a cui guardiamo con interesse, con la variante generale al PRG.o,
che avrebbe sbloccato la nuova lottizzazione di San Giorgio e perché ha
ritirato le pratiche urbanistiche dopo la bocciatura del protocollo con
il comune di Roma.
In tutto questo non vediamo innovazione, ma perfetta
continuità con metodi e scelte sbagliate del passato, per di più velato
dall’ipocrisia di chi pensa di autoassolversi dichiarandosi contrario a
speculazioni edilizie e colate di cemento.
Lo invitiamo infine a leggersi articoli e pubblicazioni dell’architetto Pier Luigi
Cervellati, docente di riqualificazione urbana a Venezia, che da una
parte critica lo svuotamento dei centri storici e l’omologazione degli
spazi abitativi, lo “sprawl” edilizio (espansione a macchia d’olio
delle periferie prive d’identità), la “non città” formata da
“villettopoli”, mentre dall’altra auspica di non fondare "nuove città",
bensì di risanare e curare ciò che è stato tumultuosamente costruito,
imparando l'arte, tutta artigianale, del restauro e della manutenzione
urbana e paesaggistica.
Per ridisegnare il territorio da oggi al 2015 –
ha affermato recentemente il noto urbanista italiano – dobbiamo
invertire la marcia rispetto quanto si è visto negli ultimi quindici
anni, prendendo l'Alto Adige come modello. Risparmio energetico,
rispetto dell'ambiente e riqualificazione ambientale hanno anche creato
nuova economia. In Germania dicono che la città che cala nella sua
estensione ha futuro: hanno ragione. Ciò significa – conclude
Cervellati – che è necessario ripensare le città partendo da progetti
di rigenerazione, come sta facendo la Germania nelle zone della ex Ddr
o Londra lungo il Tamigi.
Signor Sindaco voglia gradire un nostro
omaggio che Le consegneremo quanto prima: il libro di Cervellati L'arte
di curare la città, sperando che vi trovi validi spunti per evitare
scempi urbanistici.
Distintamente
Orvieto, 10 gennaio 2010
Il
Portavoce
Mauro Corba
Basta con i giochetti e gli “effetti speciali” - Documento PD Orvieto
DOCUMENTO UNIONE COMUNALE PD ORVIETO
DELL’8 GENNAIO 2010
Negli Stati Uniti ed in larga parte dell’Europa ci sono governi che stanno affrontando grandi questioni che riguardano il futuro del pianeta, i diritti sociali, la ripresa economica e l’occupazione, in Italia l’agenda del nostro Governo è dettata dalle vicende giudiziarie del premier e dalle rivendicazioni della Lega. Sta a noi, al PD ed al centrosinistra imporre l’attenzione sulle priorità che vanno nell’interesse dei cittadini in generale, a partire dalla disoccupazione, soprattutto giovanile e dalla scuola, dallo scarico fiscale sul lavoro e sulle imprese, sul sostegno alle famiglie sempre più esposte agli effetti negativi di una lunga crisi che è tutt’altro che finita.
Effetti negativi fortemente presenti anche sul nostro territorio con la crisi di aziende ed interi settori produttivi, come nel caso del tessile-abbigliamento, con la perdita di centinaia di posti di lavoro.
Un territorio, quello di Orvieto, ancora più penalizzato da un governo del Comune del centrodestra non all’altezza dei problemi, delle sfide e delle opportunità su cui incentrare una azione forte e ampiamente coinvolgente del quadro politico locale, oltreché quello economico e sociale.
E’ ora di andare oltre con le lagnanze sul dissesto finanziario ereditato, le cui cause sono molteplici, a partire dalle politiche nazionali operate dal centrodestra di tagli pesanti ai trasferimenti di risorse ai Comuni, a fronte della nostra determinazione a mantenere alto il livello di qualità dei servizi e gli investimenti rivolti alla cultura ed alle infrastrutture.
Basta con i giochetti e gli “effetti speciali”, se questo Sindaco e la Sua Giunta hanno idee concrete per affrontare le varie questioni lo dicano con chiarezza e rispettino la volontà degli elettori che, riconoscendo comunque la maggioranza consiliare al centrosinistra, hanno chiesto sostanzialmente una larga unità di azione nell’interesse della città e non dell’una o dell’altra forza o schieramento politico.
Lo abbiamo affermato da tempo: non siamo pregiudizialmente contro questa amministrazione, come dimostrato in questi mesi votando prevalentemente a favore o astenendoci sulle deliberazioni portate in Consiglio Comunale, ma chiediamo un coinvolgimento reale e preventivo sulle scelte, come anche ribadito da tutto il centrosinistra nell’ultimo Consiglio Comunale sul punto relativo al Protocollo di Intesa con il Comune di Roma.
Nulla in contrario, anzi, abbiamo rilanciato l’idea del Patto con Roma in un quadro più ampio che guarda al ruolo ed alla funzione di questo territorio in un’area più vasta, interprovinciale ed interregionale, con tutto ciò che di positivo da ciò può venire ad Orvieto ed al Comprensorio ma, al contempo, abbiamo rivendicato la tutela dell’autonomia e la chiarezza dei patti che si vanno a sottoscrivere, tanto più là dove si parla di questioni urbanistiche e di produzioni energetiche da fonti rinnovabili.
Abbiamo chiesto cioè più chiarezza e più partecipazione delle forze politiche e non solo, su temi fondamentali per la nostra città, riconoscendoci pienamente nella validità dello strumento del patto proposto, che sta dentro un’idea di sinergia con le aree limitrofe da sempre perseguita dai governi locali del centrosinistra.
Perché allora l’irrigidimento e la chiusura del Sindaco della Giunta e dei consiglieri comunali di loro riferimento? Perché il blocco successivo, quasi a ritorsione dopo la bocciatura del Patto così presentato da parte del centrosinistra, delle pratiche urbanistiche presentate dagli stessi amministratori del centrodestra? Qualcuno forse dovrà spiegarlo a noi ma, soprattutto, ai cittadini.
Siamo alla vigilia di una importante consultazione elettorale regionale su cui si gioca molto del futuro della nostra città e del comprensorio Orvietano. E’ una occasione importante non tanto e non solo per la possibilità di riconquistare una presenza in Consiglio Regionale, su cui il PD metterà il massimo dell’impegno, ma anche per la ridefinizione di una strategia territoriale nel contesto regionale che, per quanto ci riguarda, non può essere e non sarà di mero rivendicazionismo ma di rilancio orgoglioso, in termini di iniziativa e di progettualità, di una città e di un territorio umbro che vuole essere cerniera con aree e città limitrofe: dall’alto Lazio alla bassa Toscana, da Roma a Firenze.
E’ solo su questo terreno che può esserci un recupero di credibilità ed autorevolezza del nostro territorio puntando su alcuni aspetti fondamentali che ne determinino le basi e che non possono non vedere la convergenza ampia delle forze politiche e più in generale della società orvietana: autonomia territoriale ma anche risanamento e stabilizzazione del bilancio comunale di Orvieto.
Su questi due aspetti, senza ambiguità e nella massima chiarezza, ribadiamo la nostra disponibilità alla convergenza con questo Sindaco e con le forze politiche al governo della città ma dentro un percorso partecipato e condiviso su scelte fondamentali per l’oggi e per il futuro.
Sul bilancio comunale, come sulla riproposizione in Consiglio del Patto con Roma, sta al Sindaco scegliere: giocare ancora d’astuzia mettendoci di fronte al prendere o lasciare, disponibile al massimo a togliere o cambiare qualche parola, magari sperando in qualche assente o qualche divisione nel fronte avverso, o mettersi intorno ad un tavolo e compiere le scelte migliori nell’interesse generale della collettività amministrata.
E’ già stato attivato un confronto con le altre forze del centrosinistra con le quali è nostra intenzione giungere rapidamente ad un accordo per la massima unità possibile intorno alle tematiche su esposte.
Con questa riunione del Coordinamento Comunale di Orvieto definiamo un assetto organizzativo provvisorio, da qui ai congressi di circolo e comunali della prossima primavera, per la ripresa di una forte e diffusa iniziativa politica che sarà messa in atto già a partire dai prossimi giorni.
Il documento e l’assetto organizzativo sono stati approvati all’unanimità
Etichette:
Basta Giochetti,
concina,
gruppo PD Orvieto,
Orvieto Democratica
sabato 9 gennaio 2010
Emergenza maltempo: la cecità del Centro Destra
Da diversi anni la Destra conduce una campagna contro le Comunità Montane ed i Consorzi di Bonifica. A Terni si è giunti a mobilitazioni popolari mentre ad Orvieto Antonio Barberani promosse una petizione popolare.
La cosa è stata ripresa dal Governo Berlusconi che con la finanziaria 2010 propone la liquidazione delle Comunità Montane e lo scioglimento dei Consorzi.
Le piene di questi giorni si sono incaricate di spazzare via queste posizioni smentendo clamorosamente i nostri governanti e confermando il valore enorme delle attività svolta da questi enti.
Se il nostro territorio è così preservato si deve soprattutto a Comunità Montana e Consorzio di Bonifica.
Solo degli incompetenti sostengono il contrario.
Ovviamente quella esposta fino ad ora è una tesi che cercheremo di dimostrare con i fatti ovvero con una breve cronaca delle ore di pioggia che abbiamo avuto alla Befana.
Tralasciamo per un attimo l’attività della Comunità Montana, della quale abbiamo parlato tante volte e approfondiamo un po’ l’attività del Consorzio della Bonifica, proprio alla luce di quanto avvenuto in questi giorni.
I FATTI
Il 5 gennaio inizia a cadere una pioggia consistente. Alle ore 18 l’apparato del Consorzio si mette in allerta nella sua sede operativa di Chiusi.
Come sappiamo può contare sulle informazioni in tempo reale della fitta rete di centraline che monitorizzano continuamente i livelli idrometrici. Per la precisione una a Ponticelli (sull’Astrone), cinque sul Chiani (ponte di S.Maria, ponte Osteria, cassa di espansione di Bagni, cassa di espansione di Morrano, ponte di ferro di Morrano) e due sul Paglia (ponte di Allerona e ponte dell’Adunata a Ciconia).
Alle 20.30 vengono superati i livelli di Allerta.
Scatta così la chiusura della strada provinciale di Fondovalle (Fabro Scalo – Chiusi), della strada comunale di Monteleone (che porta al Ponte di S. Maria). E la vecchia strada comunale di Fabro Scalo.
Durante la notte la pioggia continua e la piena cresce arrivando ai picchi di emergenza alle 24:
Ponticelli raggiunti i 4,07 m (su 4,,35m)
S. Maria 5,17 m (su 5,30 m)
Alle 5 del 6 gennaio al Ponte dell’Adunata 6,98m (su 7,00 m).
una simile ondata di piena ha imposto il monitoraggio di tutto il bacino imbrifero del Chiani, ed in particolare è stato tenuto sotto controllo il torrente Fossalto tra Monteleone e Città della Pieve. Li non sono avvenute “rotte” a differenza dei torrenti Maltagliolo, Maranzano e Fossa Nuova Pievese.
Di fatto dal Chiani non sono venuti grossi problemi mentre il Paglia ha provocato, dopo l’apertura della diga di Trevinano danni in diversi punti a cominciare dal ponte di Allerona.
Si è realizzato anche un piccolo allagamento all’altezza dei “laghetti della provincia” che ha confermato la scelta infelice già segnalata al momento della loro costruzione.
LE OPINIONI
1. Ha funzionato egregiamente il lavoro di monitoraggio, la procedura di allerta ed il coordinamento interistituzionale degli interventi.
2. Si è confermata la bontà delle casse d’espansione sul Chiani (Bagni e Morrano) che hanno accolto e sopportato la piena evitando che Ciconia andasse sott’acqua.
3. Ha retto egregiamente la prova della piena l’intervento di difesa passiva realizzato a monte dal ponte dell’Adunata che ha compensato le carenze registrate sul Paglia ed impedito l’allagamento delle case in quel punto (a differenza del 2005 dove fenomeni ben più lievi avevano provocato allagamenti).
4. Si conferma l’errore grave di aver abbandonato i progetti del Consorzio sull’asta del Paglia e la difficoltà di coordinamento interregionale.
Quanto è avvenuto ci dice che quello che è stato fatto in anni ed anni di duro lavoro e di politiche lungimiranti ha prodotto interventi efficaci e sviluppato professionalità di grande livello. Oggi tutto questo viene messo in discussione da politiche grette, senza alcuna visione generale. Il governo pratica la scorciatoia della liquidazione di importanti strutture e risparmia in un campo vitale per il paese.
Etichette:
Centro Destra,
chiani,
Consorzio Bonifica,
Piena
giovedì 7 gennaio 2010
Un documento di indirizzo per rilanciare il ruolo di Orvieto nel centro Italia
La città di Orvieto ha sempre realizzato intese con i territori limitrofi, superando i confini meramente amministrativi e valorizzando il suo ruolo cerniera tra tre regioni come l'Umbria il Lazio e la Toscana.
Vogliamo ricordare il PRUST degli Etruschi, il Patto Territoriale Vato e le intese tra le Province di Terni e Viterbo e le città di Grosseto e Civitavecchia.
Oggi si ripropone il tema del rapporto con Roma. E' una questione che interessa anche altre città dell'Umbria come Terni e Narni e viene ripresa dal Documento Strategico Territoriale varato dalla Regione Umbria lo scorso anno.
Orvieto da anni attrae cittadini provenienti dall'area urbana di Roma e da altre parti dell'Italia e dell'Europa, per molteplici ragioni: dal pregio storico ambientale alla qualità dei servizi locali.
Ma quello che ha facilitato questa tendenza è stata la presenza delle reti di collegamento stradali e ferroviaria.
Negli ultimi anni si sono evidenziati chiari segnali di difficoltà proprio per il venir meno e l'appannarsi di queste caratteristiche e servizi.
Il taglio continuo ai trasferimenti Comunali e quindi ai servizi locali e il peggioramento vistoso dei collegamenti, soprattutto ferroviari, spingono molte persone a ripensare queste scelte.
Da qui l'interesse di studiare con Roma la possibilità di fare di Orvieto la Porta di accesso all'alta velocità verso Roma e della nostra città la Porta di accesso verso l'Umbria del turismo che può arrivare dal porto di Civitavecchia e, in un prossimo futuro dal nuovo aeroporto di Viterbo.
Questa dovrebbe essere per quanto ci riguarda, la storia e la base da cui partire per poter stipulare una dichiarazione d'intenti, a partire da Roma, ma anche con altre realtà.
Sotto questo aspetto crediamo che si possa dare al sindaco Concina e alla sua giunta un mandato ampio.
Siamo quindi disponibili ad approvare un documento d'intenti che spazi sui temi comuni che possano essere individuati fra le due municipalità e, questo, dovrebbe essere uno dei compiti della commissione che, necessariamente, dovrà essere paritetica e nominata dai rispettivi consigli comunali al loro interno.
Inoltre un patto con Roma non può basarsi sulla previsione della realizzazione ad Orvieto di pezzi di quella città ma prevedere completamente i progetti su cui improntare uno sviluppo integrato fra cultura, infrastrutture, eventi, nuovi insediamenti produttivi e di logistica compatibili con le caratteristiche del nostro territorio.
Concludendo si ribadisce la disponibilità all'approvazione di un documento d'indirizzo per la costruzione del patto con Roma, che dovrà costituire anche un pezzo importante del documento di programmazione per il prossimo bilancio di previsione 2010.
Il documento che ci è stato presentato, non solo non è all'altezza dei problemi della città che s'intenderebbero affrontare, ma lo riteniamo addirittura offensivo per la storia e la cultura di Orvieto.
Giuseppe Germani - capogruppo Partito Democratico
Evasio Gialletti - capogruppo Socialismo Sinistra e Libertà per Orvieto
Carlo Tonelli - capogruppo Comunisti Italiani
Iscriviti a:
Post (Atom)