Il futuro del PD.
In questi giorni molti si interrogano sul futuro del PD. C’è chi auspica un suo rapido dissolvimento invece chi lo teme, come i molti italiani che hanno partecipato con entusiasmo alla sua fondazione.
Ma la domanda vera da porsi è se serve all’Italia il Pd. Ovvero se in un paese che stà sprofondando in una crisi economica e sociale senza precedenti e con classi dirigenti di centro destra tentate dalla svolta autoritaria, serve una forza che unisca i riformismi di varia matrice e natura.
Questo è il punto. Certamente Veltroni ha fatto degli errori ( a mio avviso vocazione maggioritaria, partito liquido, incertezza su temi fondamentali come quelli etici ed internazionali) ma il PD non è questa o quella scelta politica ma l’idea di invertire la tendenza tipica della sinistra ( non solo italiana) di frantumarsi ripetutamente. I tanti elettori di rifondazione che hanno votato PD le ultime elezioni politiche questo ci hanno detto, tanto per fare un esempio.
Oggi di fronte all’ennesima vittoria Berlusconiana questa esigenza è ancora piu’ forte. La necessità di costruire processi unitari nel centro sinistra ancora piu’ impellente.
La missione del PD rimane intatta e chiama ad un impegno ulteriore tutti quelli che hanno a cuore le sorti della democrazia e vogliono difendere le ragioni della parte piu’ laboriosa ed indifesa della società italiana.
Il PD si darà un nuovo segretario e si dovrà dare una nuova politica. Con l’assemblea di sabato inizia una nuova fase e la responsabilità dei 3.000 costituenti ( tra i quali i nostri Carlo Emanuele Trappolino, Silvia Fringuello e Loriana Stella) è grande.
E’ una responsabilità non solo verso i tre milioni e mezzo di cittadini che li hanno eletti ma nei confronti di tutto il popolo del centro sinistra.
L’orientamento espresso dalla stragrande maggioranza dei dirigenti di affidare a Dario Franceschini la gestione di questa fase elettorale e poi di avviare il congresso mi sempre giusta e spero che venga approvata. A livello locale bisogna farla finita con la doppiezza che ha contraddistinto parte rilevante del gruppo dirigente del PD. Il partito si è dato nuove regole, bisogna rispettarle.
Come ha scritto giustamente il vice presidente del consiglio comunale di Orvieto Fausto Vergari : “ Il PD si è dato buone regole (vedere lo statuto): elezioni primarie per individuare i candidati per le cariche amministrative di vertice e per le cariche all’interno del partito, alcune incompatibilità, limite di due mandati per le cariche elettive. E sono queste regole che fanno la differenza con gli altri partiti, queste regole sono uno dei principali valori del Partito Democratico. Guai a tornare indietro: allora si che il PD morirebbe per consunzione come stava accadendo ai DS e alla Margherita”
Come bisogna prendere atto del limiti della visione “maggioritaria” portata avanti fino ad oggi che spesso è scaduta in una pericolosa autosufficienza.
Se il PD andasse da solo alle elezioni nei 24 Comuni della provincia di Terni perderebbe quasi dappertutto. Quindi rimbocchiamoci le maniche ed affrontiamo con tutto il centro sinistra ( anche qualcuno che era all’opposizione) un serio discorso programmatico che deve essere il vero discrimine per le alleanze.
Abbiamo molte cose in comune a partire dal Disegno Strategico Territoriale approvato dalla giunta regionale a fine dicembre 2008. Il Pd ha fatto già la sua parte elaborando sia a livello provinciale che comunale due piattaforme molto serie e documentate.
Al tempo stesso il centro sinistra è chiamato a dare da subito un contributo per dare risposte alla grave crisi economica. Obama ha iniziato con un massiccio programma di opere pubbliche. Ebbene in Umbria ci sono tre opere ( le piastre logistiche) che da sole hanno in dotazione 60 milioni di euro. Le provincie hanno progetti approvati e finanziati per 30 milioni di euro. Non parliamo dei Servizi Idrici. Ebbene bisogna che chi governa faccia il proprio mestiere . Anche così si aiuta il centro sinistra ed il PD.
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